il caso

Vitalizi, la furia della Cgil del Trentino: «La Lega ci riprova, la Giunta regionale dica no»

Il segretario Grosselli denuncia: «Tentano di rispolverare un privilegio per pochi, i politici, gli stessi che a Roma non sono in grado di gestire la previdenza»

IL DISEGNO DI LEGGE Paccher propone l'«indennità differita»



TRENTO. "La Lega ci riprova. A distanza di due anni da quando in piena estate la maggioranza regionale di centrodestra aveva tentato di garantire ai politici regionali adeguamenti automatici delle indennità in barba a migliaia di lavoratori e pensionati colpiti dall'inflazione e dall'erosione del potere d'acquisto, oggi gli esponenti del Carroccio provano addirittura a reintrodurre, sotto mentite spoglie, i vitalizi. Un privilegio inaccettabile che testimonia ancora una volta la distanza della Lega dalla vita reale e dalla gente che a parole dice di voler rappresentare". A dirlo in una nota è il segretario della Cgil del Trentino Andrea Grosselli, che prende parola in merito al disegno di legge sulla "indennità differita" depositato in Consiglio regionale dal presidente Roberto Paccher (Lega).

"Mentre a Roma il Governo Meloni-Salvini sembra intenzionato a irrigidire ulteriormente il sistema pensionistico, visto che si vocifera di un innalzamento da 20 a 25 anni dei contributi minimi per poter accedere alla pensione di vecchiaia, grazie ad una proposta di legge di un consigliere del Carroccio i politici locali potrebbero garantirsi un vitalizio con soli 5 anni, anche non continuativi, di presenza in consiglio regionale. In pratica ad una lavoratrice, magari precaria, magari con buchi contributivi legati alla nascita dei figli, per andare in pensione serviranno 4 o 5 volte in più di anni di contributi rispetto ad un consigliere regionale, che già oggi gode di trattamenti figurativi per l'accredito di contributi oltre a ricchi versamenti specifici per la previdenza complementare", prosegue Grosselli.

"Intanto di quota 41 per i comuni mortali da dopo le elezioni non si parla più, di flessibilità in uscita per donne e soggetti deboli nemmeno, le garanzie del pieno recupero dell'inflazione per le pensioni sono diventate miraggi, ma a Trento la Lega tenta di rispolverare un privilegio per pochi, i politici, gli stessi che a Roma non sono in grado di gestire la previdenza di lavoratrici e lavoratori lanciando allarmi sulla tenuta demografica del sistema pensionistico. Ma questo per lor signori non vale. Chiediamo quindi che la Giunta Regionale e la sua maggioranza disconoscano questa proposta di legge e che piuttosto si garantisca la piena attuazione della cancellazione dei vitalizi voluta dal centrosinistra con il recupero di tutte le risorse non debitamente percepite dagli ex consiglieri", conclude il segretario della Cgil del Trentino.

(una protesta di alcuni anni fa in  un’immagine di Dino Panato)













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