IL CASO

Valsugana, licenziamento ritorsivo, azienda condannata

La vittima «punita» per aver testimoniato in favore di una collega in un processo fra l'impresa e la donna



BORGO VALSUGANA. Licenziamento illecito e ritorsivo. È questa la sentenza emessa dal giudice del Lavoro del Tribunale di Trento, Giorgio Flaim, che ha condannato un'azienda della Valsugana che opera nel comparto legno per avere licenziato un proprio dipendente, «punito» per aver testimoniato in favore di una collega in un processo fra l'impresa e la donna.

Accogliendo la tesi del lavoratore, difeso dall'avvocato Giovanni Guarini e sostenuto dalla Fillea Cgil del Trentino, il giudice ha ritenuto che l'unico motivo del licenziamento sia stata la volontà di rappresaglia dell'azienda nei confronti di un lavoratore che si era permesso di testimoniare il vero in giudizio, tanto che la sua collega ha vinto la causa contro il datore di lavoro.

«Si tratta di un precedente molto importante e che dà voce alla tutela dei diritti dei lavoratori. Purtroppo esistono contesti aziendali in cui c'è un atteggiamento di insofferenza e conflittuale nei confronti dei diritti e tutele dei lavoratori. Quando questi casi assumono livelli importanti di gravità che non si risolvono nell'ambito di un normale confronto come sindacato abbiamo il dovere di tutelare fino in fondo il diritto dei lavoratori segnalando il problema al Giudice», commenta la segretaria della Fillea, Sandra Ferrari.













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