primiero 

«Solidarietà che riempie il cuore» 

Giuseppe Giovanelli dopo la tragica scomparsa del figlio Aldo 



PRIMIERO. È trascorsa una settimana dal tragico epilogo che ha strappato alla famiglia ed agli amici il sorriso di Aldo Giovanelli, che ha perso la vita lunedì 9 aprile durante un'escursione con gli sci su Cima Colbricon. La scomparsa di Aldo ha colpito al cuore gli abitanti del Primiero e del Vanoi che al funerale e nei giorni precedenti si sono stretti ai suoi cari. Il padre di Aldo, Giuseppe, ringrazia tutti coloro che hanno dimostrato vicinanza alla famiglia e lancia un appello ai quanti praticano sport in montagna invitandoli alla prudenza.

«A distanza di una settimana dal dramma per la perdita di Aldo che ha colpito la mia famiglia, attraverso le pagine Del Trentino vorrei ringraziare le numerosissime testimonianze di solidarietà che ci sono giunte da tutta la provincia e non solo. Lo faccio a nome della moglie Silvia e della figlia Anna, a nome della mia famiglia e di quella dei suoceri (la famiglia Scalet), siamo stati veramente sorpresi dalle tante persone che ci hanno voluto essere vicino, provenienti, oltre che dalla Comunità di Primiero, dalla Val di Fassa, Val di Fiemme, Val di Sole, Val Rendena, Brentonico, Folgaria e Lavarone, Valsugana e tantissime località di tutta Italia, dal Lazio al Piemonte passando per la Pianura Padana. Una vicinanza e solidarietà che in parte ci ha aiutato ad affrontare con fiducia un cammino di dolore immenso, a momenti incontenibile. Incontrando le persone venute a salutare Aldo ho capito quanto mio figlio fosse stimato e benvoluto: impegnato e serio quando era il momento di lavorare ma altrettanto socievole e compagnone quando era il momento di divertirsi. Le sue priorità erano famiglia e lavoro, il suo orgoglio la sua bambina e la nuova casa che aveva contribuito a renderlo contento e felice della sua vita, “papà sono contento non posso chiedere di più dalla vita”, questa era la frase che più volte gli avevo sentito dire nell’inverno scorso. Purtroppo tutto è finito in un attimo. Mi piace pensare che Aldo venga ricordato come grande entusiasta delle cose che faceva, oltre che nella sua professione metteva il massimo impegno nello sport, era uno sportivo a 360°, praticava tutte le discipline degli sport invernali, dal fondo, che praticava con sua moglie Silvia, allo sci alpino che praticava con me, allo sci alpinismo che praticava con l’inseparabile amico Stefano, suo inconsapevole ultimo compagno di viaggio, infine praticava il ciclismo sia da montagna che da strada e qui usciva con chi capitava. Per me è sin troppo facile dire che era il figlio che avrei voluto. Purtroppo tutto è finito in un attimo. Aldo non è il primo e non sarà l’ultimo a perdere la vita in montagna, lo sappiamo che vivere la montagna comporta anche questo, ma voglio pensare che quanto accaduto a lui serva ai monito ai tanti appassionati che praticano lo sci alpinismo: pensate ai vostri cari che a casa vi aspettano con preoccupazione e angoscia, siate prudenti e fermatevi un metro prima piuttosto che tutto possa finire in un attimo». (mc.b.)













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