«Non mi hanno cacciato, non mi dimetto»
BORGO. «Sono sempre stato chiaro e trasparente, ho agito correttamente. La maggioranza? Non mi risulta mi hanno buttato fuori e, da parte mia, non ho assolutamente intenzione di dimettermi. Non...
BORGO. «Sono sempre stato chiaro e trasparente, ho agito correttamente. La maggioranza? Non mi risulta mi hanno buttato fuori e, da parte mia, non ho assolutamente intenzione di dimettermi. Non voglio dare soddisfazione a chi fa documenti alle mie spalle». Rinaldo Stroppa risponde al comunicato dei gruppi di maggioranza, Borgo Olle Bene Comune e Borgo Domani (di cui fa parte) in cui si ribadisce il pieno sostegno al sindaco Fabio Dalledonne, candidato di Civica Trentina alle provinciali e la presa di distanza da chi non appoggia questa linea. Ovvero Stroppa, che da qualche mese ha annunciato la sua candidatura con Claudio Cia in Agire.
La rottura tra maggioranza e Stroppa parte dal famoso documento di Borgo Olle Bene Comune, che doveva rimanere «interno e riservato», in cui oltre ad annunciare la candidatura di Dalledonne alle provinciali del 2018 e l'impegno della coalizione a sostenere il vice Enrico Galvan, metteva nero su bianco le dimissioni di Stroppa. «Avrei dovuto dare le dimissioni ma sostenere incondizionatamente Galvan come sindaco? Mi spiace, ma quel documento non potevo firmarlo- spiega Stroppa -. E ciò mi è costato una delega, che mi è stata tolta di lì a poco. Sono l'assessore con meno deleghe, ma pur non essendo originario di Borgo sono stato il secondo più votato, forse a qualcuno dava fastidio». Dalle parole emerge il contrasto con Galvan. «Con Fabio Dalledonne sono amico, l'amicizia resta. E’ giusto che loro lo sostengano ma io non posso dargli il voto anche sono sempre coerente con il progetto politico, rimango sempre nel centrodestra, alternativo al centrosinistra autonomista». Da Dalledonne però Stroppa si aspettava una presa di posizione. «Ho atteso 5-6 mesi dopo quel comunicato, speravo che Fabio prendesse posizione. Invece c'è stato un compromesso, uno scambio di careghe. Quel documento mi ha fatto male, ancora di più che tutti lo abbiano avallato. Così ho guardato al mio percorso, al mio futuro e ho ufficializzato la mia candidatura con Agire». Se non ci fosse stato quel documento? «Sarei rimasto a fianco di Fabio, certo. Era una cosa naturale. Non avevo nessuna ambizione, non mi sarei candidato. Ma ora non torno indietro, la mia scelta l'ho fatta». (m.c.)