Nei lidi dei due laghi si entra solo prenotando
Il turismo che cambia. È la grande novità introdotta questa estate per chi vuole prendersi la tintarella, ma in piena sicurezza post Covid, nelle spiagge private di Levico e Caldonazzo
Valsugana. La sicurezza, nell'estate più strana che c'è per il coronavirus, si paga. Per essere certi del distanziamento, visto che i laghi nostrani sono presi d'assalto in mancanza di vacanze all'estero, piazzole e ombrelloni ben distanziati sono garantiti soprattutto sulle spiagge private. Quindi i Lidi dei due maggiori laghi della Valsugana, hanno puntato tutto sulla sicurezza, a costo di rimetterci una fetta consistente di ingressi. Lo conferma il direttore dell'Apt Valsugana Stefano Ravelli, che parla di ingressi dimezzati per le spiagge a pagamento: «Alla Taverna ed al Lido di Levico si è scesi rispettivamente a 150 e 350 ingressi. Più che dimezzati quelli del Lido di San Cristoforo, da 500 a 220, per non parlare di quello di Caldonazzo, che è passato da medie di 1000 ingressi nei week end, a 400».
Al lido di Caldonazzo
Lo storico Lido ha battuto tutti, decidendo di limitare l'accesso ai soli abbonati: si entra con un codice assegnato alla sottoscrizione dell'abbonamento, rigorosamente stagionale. E fa un certo effetto vedere il Lido gestito dalla famiglia Ciola da tre generazioni con il cancello sprangato, l'insegna spenta e una tastiera per poter accedere. Per chi ha apprezzato in passato l'aria un po' demodè del Lido, anche per passare una sola giornata, niente da fare: quest'anno si entra solo se si è preso l'impegno per tutta l'estate a Caldonazzo. «Siamo aperti – conferma Matteo Ciola – ma a cancelli chiusi. Il nostro target sono le famiglie, soprattutto trentine, che vengono qui anche da quattro generazioni. A loro garantiamo un servizio take away, sia a pranzo che a cena: si ordina e con un cicalino avvisiamo quando il piatto è pronto, così il cliente può andare a consumarlo dove vuole, dalla spiaggia al molo».
Sulle rive di San Cristoforo
Anche Massimo Oss, che gestisce il Lido di San Cristoforo dal 2016, ha riservato gran parte della spiaggia agli abbonati: «Per ogni nucleo familiare c'è un'area di 4 metri per 4, per cui ci stanno 200 lettini, una parte di questi li riserviamo per gli ingressi giornalieri, che vanno prenotati. Applichiamo tutte le precauzioni, misura della temperatura, autocertificazione e richiesta di recapito e mi sembra che i clienti siano soddisfatti, perché si sentono sicuri. Certo, se siamo fortunati guadagneremo la metà dell'anno scorso, ma non possiamo lamentarci. C'è chi sta peggio, perché chi puntava molto sugli stranieri, quest'anno è in difficoltà. Dati statistici recenti fotografano i Paesi dove ci si sposta di meno, nell'ordine Francia, Spagna e Germania. Gli stessi olandesi, al 70 per cento staranno in patria e solo una percentuale minima verrà in Italia (7%) e in Croazia (5%), mentre in passato il 70 per cento passava le vacanze all'estero. Pensi che a metà febbraio di quest'anno avevamo già il tutto esaurito nel periodo dal 24 luglio a ferragosto, anche nei camping che gestiamo di San Cristoforo e dei 2 Laghi. Poi le prenotazioni sono saltate per il Coronavirus, ma speriamo di rifarci in agosto, perché sembra che per gli italiani la montagna sia la scelta più sicura».
Alla Taverna di Levico
La parola d'ordine, anche sul lago di Levico, è: non lamentarsi. Alla Taverna, da sempre meta preferita da chi vuole fare una gita al lago in tranquillità e relax, circondati dal verde del prato degli alberi, Franco Pedrotti sostiene che per loro il distanziamento c'era anche prima del Covid -19. «Abbiamo ridotto ombrelloni e sdraio del 30%, arrivando a 150 ingressi massimi, ma avevamo il numero chiuso anche in passato. La novità è che ora chi vuol venire deve scaricare la app e prenotare la propria piazzola sul cellulare, nonché fare il pagamento prima, così quando arriva sa già qual è il proprio posto. Abbiamo mantenuto invariato il costo dell'ingresso, del ristorante e dell'albergo, il Du Lac, che attualmente è quasi pieno. Non c'è la clientela straniera, come i tedeschi, che rappresentava un terzo dei clienti, in parte sostituiti dagli italiani. Per chi ha sempre avuto in maggioranza stranieri, come sul Garda, le cose vanno molto peggio».
Parola all’Apt
In definitiva, l'estate ai tempi del Coronavirus, per i laghi e la Valsugana in generale, non sembra risentirne troppo. Commenta così, la situazione, Stefano Ravelli: «Abbiamo avuto il riconoscimento delle Bandiere Blu e della Bandiera Verde di Lega Ambiente, segno questo di un ambiente incontaminato, tra i più belli al mondo. Ricordo che anche la montagna offre 765 chilometri di sentieri gestiti dalla Sat, messi in sicurezza. E la clientela italiana sembra premiare la nostra offerta: per troppi anni abbiamo voluto portare la città in montagna. Ora è bene questa inversione di tendenza, che ci fa apprezzare i valori legati alla natura e alla genuinità dei prodotti».