La “lezione” degli alpini al vandalo della chiesetta
Canal San Bovo, frasi ingiuriose contro l’Adunata nazionale e replica per le rime «Noi onoriamo tutte le bandiere, tu sputi ogni giorno nel piatto in cui mangi»
CANAL SAN BOVO. La chiesetta dedicata agli alpini alle falde del Monte Cauriol, restaurata dal Gruppo Alpini di Caoria, è stata danneggiata incidendo delle frasi ingiuriose contro la partecipazione degli alpini all’adunata nazionale di Trento. Le frasi incise, nascondendosi dietro l’anonimato, dicevano fra l’altro «Alpini vergognatevi… avete rinnegato le sofferenze ed il sacrificio dei vostri padri che cento anni fa difendevano questa terra...». Il Gruppo alpini di Caoria, attraverso il suo capogruppo Luigi Caser, ha risposto scrivendo una “Lettera al vandalo”. In essa si inizia dicendo che «quando persone, che mai sono state viste fare qualcosa di utile sul territorio, criticano il comportamento e le attività in campo sociale, storico e culturale del Gruppo alpini di Caoria, in modo anonimo, sorgono spontanee alcune considerazioni. Noi alpini, qui nel Vanoi, con impegno e fatica da decenni preserviamo in diversi modi la storia del nostro territorio, avviando iniziative ed attività che Tu, nella tua ignoranza - si legge nella lettera indirizzata al “vandalo” - manco riesci ad immaginare. Perché Tu ti alimenti solo di ricordi, sfruttando, manipolando ed adattando ai tuoi desideri “la Storia”; ed in questo molti di coloro che la pensano come Te sono da sempre maestri».
«Noi alpini - prosegue la lettera - quando organizziamo una commemorazione ricordiamo tutti, onorando tutte le bandiere; voi, nelle vostre manifestazioni, non vorreste la bandiera Italiana; ma siete in Italia, parlate italiano, mangiate, scrivete, progettate, cacciate, lavorate, ritirate lo stipendio o la pensione, tutto e sempre in Italiano. Ogni giorno, quindi, sputate nel piatto in cui continuate però a mangiare… Noi abbiamo realizzato un piccolo museo dove sono ricordati ed onorati tutti i combattenti, senza distinzione di nazionalità, ed all’esterno dell’edificio abbiamo voluto, assieme alla bandiera italiana, anche quella austriaca e lo stendardo dell’Europa. Proprio e sempre nel segno dalla Pace, nel 2017 avevamo completato il recupero della storica chiesetta del Monte Cauriol, simbolo delle sofferenze imposte ai soldati da una guerra insensata». Infine nella lunga lettera fra l’altro si legge: «Quale è il tuo contributo al miglioramento della società trentina? La verità è che Tu non fai nulla, forse per non sporcarti la costosa divisa con la quale ti piace sfilare… Noi, come divisa, abbiamo solamente il nostro cappello alpino, ma operiamo aiutando “tutti”, in Italia e nel mondo. Tu e tutti quelli come Te pensate invece solo al “vostro” Sud Tirolo…». (r.b.)
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