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La bio economia si studia a Pieve Tesino

PIEVE TESINO. Si sta tenendo in questi giorni a Pieve, al Centro studi alpino “Alcide De Gasperi” dell’Università degli Studi della Tuscia, la prima parte del corso Ipromo 2018 “Bio economia nelle...



PIEVE TESINO. Si sta tenendo in questi giorni a Pieve, al Centro studi alpino “Alcide De Gasperi” dell’Università degli Studi della Tuscia, la prima parte del corso Ipromo 2018 “Bio economia nelle zone montane – Un’opportunità per lo sviluppo locale”. Una scuola estiva della durata di 15 giorni, dal 18/06 al 25/06 a Pieve e dal 26/06 al 02/07 a Ormea (CN), organizzata in collaborazione con Fao e l’Università di Torino per affrontare temi come la bioeconomia, il cambiamento climatico, il degrado ambientale e la possibilità di sviluppo in ambito locale. Più di 30 i partecipanti provenienti da oltre 20 paesi di tutto il mondo, per un mix di idee e progetti davvero incredibile.

«È il secondo anno consecutivo che ospitiamo qui a Pieve il corso Ipromo – spiega il professor Giuseppe Scarascia, docente del centro studi alpino dell’Università della Tuscia – e siamo davvero felici dei risultati che stiamo conseguendo. Poter creare le condizioni affinché dei giovani esperti internazionali possano collaborare per trovare soluzioni innovative alle problematiche dei nostri giorni è davvero qualcosa di importante. Il nostro proposito è, infatti, quello di far conoscere agli studenti una realtà interessante come quella del Trentino e delle Alpi orientali. Non tanto lezioni frontali in aula, ma esperienze sul campo per apprendere come, in questa parte del mondo, sono state affrontate determinate sfide«.

Nel corso vi sarà, infatti, anche spazio per le escursioni. Passo Rolle e passo Brocon per concentrarsi sulle produzione del legname e dei prodotti caseari della montagna, mentre le visite in Valle d’Aosta saranno realizzate in collaborazione con l’Istituto Agricolo Regionale e permetteranno ai partecipanti di scoprire esempi diversi di attività economiche sostenibili nelle aree montane.

«Il nostro obiettivo – spiega il professor Scarascia – è quello di aiutare gli studenti a realizzare progetti che, sulla base delle esperienze qui acquisite, possano essere utili e funzionali nei paesi d’origine. Dalla riforestazione di alcuni tratti delle Ande al disinquinamento di un lago africano, passando per lo sfruttamento delle risorse idriche sull’Himalaya». Tante quindi le idee per un corso che anche quest’anno promette innovazione, molta ricerca e anche tanto amore per l’ambiente naturale. (fa.f.)













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