Colonialismo e migrazione con parole senza Frontiere
Primiero, inizia domani la rassegna letteraria che terminerà a febbraio offrendo spettacoli e incontri nelle scuole. Ad aprirla in teatro è la pièce “Acqua di colonia”
PRIMIERO. Inizia domani e terminerà a fine febbraio) la rassegna letteraria di Frontiere, giunta alla nona edizione, dal titolo “Colonialismo e migrazione”, una riflessione sul colonialismo e sul ruolo che ha avuto nel panorama delle migrazioni contemporanee. Un percorso “coraggioso” che vedrà incontri nelle scuole alla mattina e momenti serali per tutta la popolazione con ospiti eccellenti di rilevanza nazionale. La Rassegna è organizzata dall’associazione culturale “La Bottega dell’Arte”, in collaborazione con le biblioteche di Primiero e di Canal San Bovo, l'associazione “traME e TErra” e l’Istituto Comprensivo di Primiero.
«La teorizzazione invece di livelli razziali differenti – scrivono gli organizzatori – ha permesso di “giustificare” fenomeni come la schiavitù e il colonialismo. Il colonialismo è la storia di Paesi saccheggiati, di popoli sottomessi a forza, di ricchezze naturali depredate; quello che si vorrebbe cancellare, seppellire nel dimenticatoio, è il terrorismo di Stato in cui si è spesso trasformato: sono le stragi di civili, le città e i villaggi dati alle fiamme, le popolazioni deportate, le fosse comuni, le pulizie etniche. E tutto questo anche in nome di una “missione civilizzatrice” verso popolazioni ritenute barbare. I Paesi ricchi chiedono cibo e biocombustibili ai paesi poveri; in cambio di una “mancia” comprano ogni cosa: case, villaggi, pascoli, acqua se c’è. È il neocolonialismo di oggi».
Aprirà la rassegna lo spettacolo teatrale “Acqua di colonia” della compagnia Frosini/Timpano (Roma), finalista “Premio UBU 2017” come miglior nuovo testo italiano. Testo, regia ed interpretazione Elvira Frosini e Daniele Timpano. L’appuntamento è per le 20.30, al Teatro Oratorio di Pieve Fiera di Primiero; ingresso gratuito.
Uno spettacolo che ha avuto un grande consenso di critica e che, nonostante i temi complessi, riesce anche a far sorridere lo spettatore grazie alla grande verve ironica e sarcastica dei due bravissimi attori. Lo spettatore viene infatti catturato da un’ironia graffiante; in platea si ride tanto, ma è un riso amaro, che rivela quanto certi cliché siano ormai parte inconsapevole del nostro modo di pensare
«Così è stato il colonialismo nostrano: una storia di abusi e prevaricazioni volontariamente rimossa, ricacciata sotto il tappeto e dimenticata. Lavata via come un cattivo odore, da una spruzzata di acqua di colonia». (r.b.)