Ambiente

Veneto, centrodestra diviso ma non passa la mozione Pd contro la diga sul Vanoi

Ieri il consiglio regionale a Venezia era chiamato a discutere del progetto, in territorio veneto e trentino, promosso dal consorzio di bonifica Brenta per portare acqua ai campi in pianura. Bocciata la presa di posizione contraria proposta dal centrosinistra, Lega spaccata (i bellunesi votano contro l'invaso) e una parte della maggioranza non partecipa al voto

LO SCONTRO Diga del Vanoi, la Provincia di Trento pronta alle vie legali
LA DIFFIDA Fugatti diffida il Consorzio Brenta
SALVINI “Diga del Vanoi, nessuna richiesta di finanziamento al ministero”
LAMON La manifestazione, 200 presenti 



TRENTO - Diga del Vanoi, si va avanti, nonostante le proteste e i dubbi da destra a sinistra. Ieri il consiglio regionale del Veneto era chiamato a discutere una mozione del Partito democratico che chiedeva una presa di posizione dell’assemblea regionale.

Alla fine mozione bocciata, con la Lega spaccata e una parte del centrodestra che non ha partecipato al voto.

Il risultato quindi è che si va avanti sulla proposta del Consorzio Brenta che sta lavorando a un progetto ridimensionato rispetto a quello originario ma che prevede una spesa di 167 milioni di euro e un invaso da 20 milioni di metri cubi di acqua.

Il consiglio del Veneto ieri non ha espresso contrarietà, quindi l’iter per la costruzione del mega invaso a cavallo tra le province di Belluno e Trento prosegue, nonostante la contrarietà proprio delle due Province.

Il dibattito è stato infuocato e sono emerse le profonde divisioni all’interno della Lega, che alla fine ha lasciato “libertà di coscienza”. Oltre a molti leghisti non hanno partecipato al voto anche Fratelli d’Italia e Forza Italia.

I consiglieri che non hanno partecipato al voto sono stati 28, 12 invece i favorevoli (il centrosinistra più i leghisti bellunesi Cestaro e Puppato), ma senza il numero legale.

La mozione era stata presentata dalla capogruppo Dem Vanessa Camani ed era sostenuta dai suoi colleghi Chiara Luisetto, Jonatan Montanariello e Francesca Zottis, nonché da Renzo Masolo e Andrea Zanoni (Europa Verde), che parlano di un rischio di «un nuovo Vajont», da Elena Ostanel (Veneto che Vogliamo) e da Erika Baldin (M5s). Alberto Villanova (Lega) ha accusato la minoranza «di fare solo una strumentalizzazione politica» e ha annunciato la libertà di coscienza dei suoi e la fuoriuscita dall’aula degli altri.

Ma Silvia Cestaro e Giovanni Puppato (entrambi della Lega) hanno votato, esprimendo la contrarietà del territorio bellunese rispetto al progetto. È intervenuto anche Giuseppe Pan (della Lega), che invece si è detto favorevole alla realizzazione della diga qualora i tecnici avvallino la progettualità perché dice che la crisi climatica impone di farla pensando alle nuove generazioni, e Joe Formaggio (di Fratelli d’Italia), che ha ritenuto che, in merito, debbano esprimersi i tecnici della giunta regionale.

Elisa Venturini (di Forza Italia) ha annunciato la «non partecipazione al voto per non prestare il fianco alle strumentalizzazioni della Sinistra».

Per Lucas Pavanetto (FdI) «il parere dei tecnici è fondamentale: riteniamo quindi opportuno non partecipare al voto per lasciare spazio a chi ha la competenza tecnica per esprimersi».

Si è fatta sentire anche la Commissione europea per bocca di Maroš Šefcovic, vicepresidente che in risposta a una lettera dei Verdi ha detto che «in questa fase, non si può escludere che il progetto relativo al serbatoio, se realizzato, avrà un impatto negativo sul deflusso del fiume». Fa. F

 













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