Valanghe, il pericolo c’è sempre
Feller(Soccorso alpino) dopo la slavina sul Carega. «Bisogna sempre valutare bene il manto nevoso, nessuno può dare la sicurezza al 100%. Le Piccole Dolomiti sono impegnative, anche per le particolari condizioni climatiche»
Rovereto. Valutare bene cosa si fa e tenere presente che la certezza assoluta che non potranno cadere valanghe non la dà nessuno. È il monito di Doriano Feller, capo del soccorso alpino di Rovereto, all'indomani della grande valanga caduta nel vallone del Pra degli Angeli sul Carega. Per fortuna la valanga non ha fatto vittime, solo un ferito, ma l'attenzione deve restare alta sulle Piccole Dolomiti, spesso sottovalutate per la loro bassa quota, ma con caratteristiche complesse e più simili all'alta montagna, con canali, pendii ripidi, pareti rocciose.
Quali suggerimenti darebbe ad alpinisti e escursionisti ?
Bisogna sempre valutare bene il manto nevoso, conoscere la storia delle precipitazioni, tenere conto della temperatura, della stagione, delle caratteristiche del luogo.
La giornata sembrava promettere bene: sole, neve fresca...
Sì, il vallone del Prà degli Angeli invoglia gli scialpinisti. Con un avvicinamento breve permette una bella sciata. Ma lì abbiamo avuto freddo, caldo, pioggia, poi ancora altre nevicate. La valanga è stata spontanea, non provocata da uno sciatore. Con buona probabilità la roccia in alto si è scaldata, e la neve pesante si è staccata. Trascinando poi tutto il pendio: ha avuto un fronte di 200 metri e una lunghezza di 600 metri.
Eppure, il pericolo era 2, non altissimo.
Il bollettino valanghe dà delle indicazioni di massima. Per esempio, il pericolo 3 marcato non significa che non posso andare a sciare: posso farlo, ma in determinati posti, poco pendenti. Viceversa, il 2 non vuol dire vai dappertutto. Nel caso di luoghi come il Pra degli Angeli è meglio partire presto, le 11 può essere tardi e incrementa il rischio. Sul Carega avremo per un periodo, spero breve, delle bombe nei canali: con accumuli del genere, basta il sole che batte sulla parte alta per staccare una valanga. Bisogna tenere conto delle scariche spontanee. E attenzione anche in seguito: la neve che rimarrà diventerà dura e compatta, e bisognerà munirsi di piccozza e ramponi (non catenelle) per salire.
La mobilitazione è stata massiccia.
L'evento è stato alle 11.15, alle 12 c'erano già 60 persone al lavoro, divenute poi oltre 70. Ringrazio le stazioni di Rovereto Vallagarina, Ala, Folgaria, Ledro, Riva, Bondone, Pergine, Sole e Non, Recoaro, Schio e Valdagno, Verona, i vigili del fuoco di Vallarsa e Rovereto, gli elicotteri, le unità cinofile, i carabinieri di Rovereto, Vallarsa e Valdagno. Il soccorso trentino ha dimostrato di efficienza».
C'è chi ha sollevato perplessità visto che sotto non c'era nessuno.
Era doveroso essere sicuri che sotto non ci fosse nessuno. L'unica informazione che avevamo era che c'era una persona che saliva. Abbiamo trovato gli sci con le pelli, ma nello zaino c'erano altre pelli: chi ci garantiva fosse il suo zaino e non di un altro? Abbiamo bonificato le auto al parcheggio, verificato quante paia di scarpe c'erano nella sua auto, e quando siamo andati via ancora non eravamo sicuri al 100%, temevamo una chiamata durante la notte. Che per fortuna non c'è stata».