Un trittico di opere di Grott per ricordare la tempesta Vaia
L’inaugurazione il 3 novembre a passo Sommo. Il gruppo di tre statue è stato realizzato con le piante schiantate un anno fa. Il lavoro commissionato dal Comune allo scultore di Guardia
Folgaria. A un anno di distanza dalla tempesta Vaia, che alla fine di ottobre ha devastato i boschi dell’altopiano abbattendo migliaia di piante, un monumento in legno, anzi un trittico di opere, ricorderà quei giorni fra il 27 e il 30 ottobre 2018. Ne è l’autore Florian Grott, scultore di Guardia, figlio d’arte e da anni alle prese con grandi lavori in legno (suo è anche il “Guerriero” anti Valdastico di Besenello), al quale il Comune di Folgaria ha commissionato il lavoro. L’inaugurazione del Trittico di Vaia sarà alle 11 di domenica 3 novembre, a passo Sommo, dove è stato realizzato un basamento per posizionarlo.
Il Trittico di Grott
Il senso del monumento, interpretato con grande sensibilità da Grott, va ricercato nell’essenza stessa degli alberi schiantati, ma di nuovo in piedi a simboleggiare la resistenza di questi possenti custodi dei boschi. Si tratta di larici, caratterizzati da una notevole durata nel tempo. Nei loro anelli è custodita la storia della comunità, sono i testimoni muti del passato e il loro silenzio insegna più di molte parole. A ogni scultura realizzata, Grott affida un messaggio, in base anche alla sua capacità di riflettere e collegare gli elementi del mosaico che porta il nome di ambiente naturale. Scolpita nel larice, la figura del gufo, verso il quale l’artista stesso confessa un proprio attaccamento. Richiama la notte, è uno dei pochi uccelli che la popolano. E proprio di notte, un anno fa, la natura ha rivelato il suo aspetto più distruttivo. La forza del vento si avverte nella radice di carpino, una scultura prodotta “a quattro mani”, dalla Natura e da Grott: scaraventata in un torrente durante l’evento Vaia, costituisce un vero e proprio reperto del disastro. Infine nell’ultima realizzazione lo scultore ha suggerito l’immagine di stoffe mosse dal vento, eco delle forze degli elementi, capaci di lacerare la realtà. Di profilo quest’ultima opera mostra un volto, ricordando il coinvolgimento diretto dell’animo umano, la parte più profonda di ognuno. Quanto avvenuto obbliga a riflettere: la natura chiede all’uomo più rispetto, spetta a noi accogliere questa richiesta con la dovuta priorità.