La Sat di Mori piange Sergio Gelmini 

Ex sindacalista, era una colonna satina, da sempre impegnato nella comunità. Oggi alle 15 il funerale



MORI . È morto, a 73 anni, Sergio Gelmini, prezioso socio della Sat di Mori. Nelle parole del presidente Mattia Bertolini il ricordo commosso di tutto il direttivo e dei satini moriani, in onore dell’amico che in una bella quanto triste domenica di sole ha raggiunto la vetta più alta: «È con un peso al cuore che scriviamo queste riflessioni. Sergio, che ha coraggiosamente combattuto negli ultimi mesi, ci ha lasciato per continuare a guidarci dal cielo delle nostre montagne. Il vasto vuoto che lascia nei nostri cuori e nella Sat è difficile da comprendere. Ma oltre al cordoglio e al dolore sentiamo anche una grande felicità, per una vita vissuta con pienezza, una vita spesa per il prossimo e una eredità che abbiamo l’onore di raccogliere e far crescere. Facciamo tesoro di ciò che Sergio ci ha insegnato, nelle lunghe discussioni in direttivo e sui sentieri tanto amati, che possa essere fiero di essere stato parte viva del nostro sodalizio, che possa essere orgoglioso dei satini. Tante sono le lezioni che ci ha impartito e gli insegnamenti che ci ha trasmesso. Ricordiamolo col sorriso di chi ha raggiunto la vetta dopo una lunga scalata». Il funerale è in programma oggi alle 15 all’arcipretale di Mori, si raccolgono offerte a favore dell’Hospice.

Per ricordare Gelmini interviene anche Mario Cossali: «Caro Sergio - scrive -, ti saluto, sicuro di interpretare il pensiero di tanti ( Spi Cgil pensionati, Cgil-Cisl-Uil, Anpi, Arci, Sat e altre associazioni), che hanno potuto conoscerti e che hanno spesso beneficiato della tua grande disponibilità, da quando eri nel consiglio di fabbrica della Marangoni, in consiglio comunale a Mori, nell’organizzazione delle feste dell’Unità, nell’associazionismo impegnato a tenere insieme i fili del tessuto democratico e a scaldare i cuori della comunità. Sei voluto restare fino all’ultimo nel sindacato attivo e hai trovato nella montagna, sempre collettiva e sociale, una ragione di progetti, una sorgente di nuove conoscenze, che hanno arricchito in modo sorprendente i tuoi giorni. Il tuo carattere caparbio e preciso non era cambiato ed era a disposizione delle decine di escursionisti con cui affrontavi montagne e paesaggi con la loro storia e il loro fascino particolare. Anche la morte hai voluto affrontarla con la consapevolezza lucida di un evento imminente e inevitabile.Sergio, hai attraversato orgogliosamente una lunga stagione di impegno sociale che ha lasciato il segno - conclude Cossali -. Il tuo ricordo è una spina nel nostro fianco per non venir meno a quella tensione che ti ha sempre animato e di cui sentiamo anche oggi come dell’aria il bisogno». (m.cass.)













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