ALA

Il ragazzo: «Schiaffo dall’autista del bus» 

Medicato al pronto soccorso, ha 11 anni. Il conducente si difende: «Stava litigando con un altro ma li ho solo separati»


di Luca Marsilli


ALA. Il ragazzino non ha dubbi: la botta all’occhio per cui è stato medicato al pronto soccorso di Rovereto e giudicato guaribile in 4 giorni gliel’ha data - dice - l’autista del bus che lo stava riportando a casa da scuola, giovedì scorso. Ha 11 anni e frequenta la scuola media di Ala; abita a Serravalle. E come ogni giorno ha preso il bus della 16 e 10. Già a scuola, ha raccontato ai genitori, aveva litigato con un altro ragazzino. E il litigio era proseguito sull’autobus. A quel punto l’autista avrebbe chiuso le porte e poi li avrebbe raggiunti, certamente con l’intenzione di farli smettere.

Solo che, secondo il racconto del ragazzino, mentre si sarebbe limitato a prendere per mano l’altro, a lui avrebbe rifilato un ceffone, e nemmeno dimostrativo, come hanno potuto accertare anche i medici del pronto soccorso. Che a referto certificano una “abrasione oculare”, dimettendolo con un bendaggio e prescrivendo che lo tenmesse fino al giorno successivo per poi curare l’occhio con un collirio per altri 3 o 4 giorni. Ieri mattina, allo scadere quindi dei 4 giorni di malattia, il ragazzino lamentava ancora fastidio all’occhio, anche se per fortuna sono state escluse da subito complicazioni che possano creare problemi alla sua capacità visiva.

A casa ovviamente il racconto di quanto successo non è stato preso a cuor leggero. E ieri si è rivolta ai carabinieri di Ala per denunciare l’accaduto e sporgere formale querela: non sanno come si chiami l’autista, ma per Trentino Trasporti risalire alla sua indentità sapendo quale autobus guidava e quanto, non è certamente complicato. La famiglia chiede che sia punito.

Ieri padre e ragazzino si sono rivolti anche alla stessa Trentino Trasporti, e l’autista ha ritenuto di fornire da subito anche la propria versione dei fatti. Verissimo che i due ragazzini si stavano picchiando e verissimo che è intervenuto per separarli, ma mai si sarebbe sognato - assicura - di picchiare un bambino di 11 anni. Li avrebbe solo allontanati l’uno dall’altro, dice. E si stavano picchiando: forse la botta all’occhio è conseguenza di quel parapiglia, ma di certo non di un ceffone suo.

Il ragazzino che lamenta la lesione - dice anche - era più grande dell’altro e più aggressivo: può essere che per dividerli si sia adoperato per fermare soprattutto lui, ma non certo prendendolo a schiaffi.

Ovviamente solo chi si trovava sull’autobus potrà permettere ora di capire cosa sia effettivamente successo. «Cercherò dei testimoni - dice l’autista più amareggiato che preoccupato - e non dovrebbe essere impossibile trovarne, visto che sull’autobus c’erano altri ragazzi e altre persone, e che alla fine sono più o meno sempre le stesse ad utilizzarlo. Chiederò a loro: qualcuno avrà visto cosa è successo e come sono andate le cose».













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