AL MELOTTI 

Il jazz di Kamaal Williams e il deejay dello Studio 54

ROVERETO . Serata da non perdere per gli amanti della musica: stasera alle 21 all’auditorium Melotti il jazz mutante di Kamaal Williams, e a fine concerto il deejay set di Nicky Siano, un grande...



ROVERETO . Serata da non perdere per gli amanti della musica: stasera alle 21 all’auditorium Melotti il jazz mutante di Kamaal Williams, e a fine concerto il deejay set di Nicky Siano, un grande music selector che ha lavorato anche al celebre Studio 54 di New York, il tempio della disco music degli anni d’oro. È il nuovo appuntamento della rassegna Jazz’ About. Kamaal Williams, anglosassone, arriva alla guida di un trio, con lui suonano Peter Martin al basso e Junior Kirton alla batteria. Sotto tutti i punti di vista, si tratta della naturale evoluzione del progetto Yussef Kamaal (creato assieme a Yussef Dayes), una delle più interessanti novità degli ultimi anni in quel territorio a metà fra jazz, funk e sperimentazione anni ’70, con però un orecchio attento alle architetture sonore della contemporaneità digitale. Kamaal Williams, con lo pseudonimo Henry Wu, si è fatto conoscere in principio come raffinatissimo producer di musica elettronica con la rara capacità di saper combinare il virtuosismo strumentale e le complessità armoniche tipiche del jazz a soluzioni stilistiche perfette per un dancefloor europeo, tra il battito in quattro quarti della musica house e ritmiche più spezzate. Contrariamente a molti suoi colleghi dj/producer legati alla sfera dance, dalla sua ha sempre avuto una preparazione tecnica eccezionale come compositore e tastierista: un caso davvero raro, che lo rende un artista speciale, con pochi eguali in Europa.

Stessa capacità di coinvolgere la si può ascrivere anche al protagonista dell’aftershow post-concerto: ad essere ospitato, bverso le 23, sarà un personaggio leggendario, Nicky Siano. Lui c’era, nei party newyorkesi creati da Dave Mancuso che sono a tutt’oggi considerati il vero atto di nascita di tutto ciò che è “club culture”; e c’era anche allo Studio 54, la mitologica discoteca che ha fatto la storia della musica e della mondanità nella Grande Mela, proprio col ruolo di resident dj.













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