Comunali

A Rovereto il centro-destra si divide. Biancofiore: «estromettere Fratelli d’Italia è autolesionismo»

La preoccupazione della senatrice sulle comunali del 26 maggio dove il partito di Giorgia Meloni correrà autonomamente: «Mettere a rischio una storica vittoria nella città della Quercia, per arroganza e interessi di parte getta discredito sulla coalizione»



 TRENTO. Alle comunali di Rovereto, previste per il 26 maggio, il centro-destra partecipa diviso. Il partito di Giorgia Meloni si presenterà con una sua lista ed un suo candidato (Paolo Piccinni), mentre Gianpiero Lui guiderà la coalizione "Progetto per Rovereto", composta da Lui Sindaco, Patt, Rovereto al centro, Forza Italia e Lega

Sulla spaccatura è intervenuta la senatrice Michaela Biancofiore, presidente del gruppo parlamentare del Senato Civici d'Italia - Noi Moderati (Coraggio Italia, Udc) - Maie. In una nota: «La storia del centro destra lo ha insegnato in più occasioni: uniti si vince. È questo che ci chiedono i nostri elettori e per questo ci premiano. È sbagliato dividere una coalizione di governo nazionale e provinciale, specialmente se ha il fine palese e senza senso di isolare il primo partito italiano, espressione della nostra Presidente Meloni, che conta il massimo consenso dell'elettorato, anche in Trentino».

Fratelli d'Italia, ricorda la Biancofiore, è «un partito che ha trainato la vittoria in ogni collegio alle scorse politiche e ha permesso la rielezione del Presidente Fugatti, potendo vantare alle provinciali di ottobre il consenso del 12% dei roveretani, una percentuale evidentemente indispensabile per conquistare anche palazzo Pretorio».

La decisione di estromettere Fdi è dunque un atto che, agli occhi della senatrice, appare «non solo sleale ma anche autolesionistico». «Mettere a rischio una storica vittoria nella città della Quercia, per arroganza e interessi di parte, getta discredito su tutta la coalizione e ci fa perdere credibilità.»

La soluzione sarebbe individuabile invece in una «terza via civica e di specifica competenza che avrebbe potuto mettere d'accordo tutti». Una opzione considerabile era anche «confluire tutti sul Dott. Lui», il quale -  sancisce Biancofiore - « avrebbe dovuto pretenderlo». Non aver percorso questa strada è «un atto doloso che lascia sgomenti e non permette di prevedere le conseguenze a livello provinciale».













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