Val di Non e Val di Sole, via alla raccolta di mele: essenziali gli oltre 11 mila lavoratori stranieri
In un quinto di casi, si tratta di lavoratrici. I paesi più “presenti”: Romania, Senegal, Polonia e Marocco
TRENTO. In Val di Non e in Val di Sole è iniziata in questi giorni la raccolta delle mele, che proseguirà fino a metà ottobre. Secondo le statistiche dell'Agenzia del Lavoro della Provincia di Trento, nel 2023 sono stati assunti più di 11mila lavoratori stranieri nell'agricoltura in Val di Non (poco meno dell'85% del totale). In Val di Sole, invece, sono state oltre 500 le assunzioni di lavoratori stranieri (circa il 60% del totale).
In più di un quinto dei casi si tratta di lavoratrici, mentre i Paesi più rappresentati sono Romania, Senegal, Polonia e Marocco. "Le settimane della raccolta rappresentano un momento chiave per il nostro territorio: è in questo periodo, infatti, che si decide il futuro immediato dell'economia di una valle fortemente vocata alla coltivazione delle mele, un'attività che, solo nel nostro Consorzio, coinvolge circa 4mila famiglie di soci produttori", osserva il presidente di Melinda e Apot Ernesto Seppi.
In queste settimane - informa una nota - il Consorzio sta organizzando alcuni incontri per condividere le buone pratiche di sicurezza sulla strada e nel campo e di tutela della regolarità dei rapporti di lavoro dipendente. Corsi che sono organizzati in collaborazione con il Servizio lavoro della Provincia di Trento, con l'Uopsal dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari e con l'Arma dei carabinieri. Avviate con la raccolta delle varietà più precoci, come SweeTango e Gala, le operazioni proseguiranno a settembre con Renetta, Dolcevita e Golden. A ottobre si finirà con Morgana e Fuji.
Secondo le stime di Prognosfruit l'Italia quest'anno dovrebbe registrare una produzione complessiva di circa 2,16 milioni di tonnellate, un dato sostanzialmente in linea con il consuntivo 2023. In calo i volumi totali europei (10,2 milioni di tonnellate), che scendono dell'11% rispetto allo scorso anno, così come quelli previsti per il Trentino (-7%) e l'Alto Adige (-9%), che scontano gli effetti delle gelate primaverili. Alta, secondo le prime rilevazioni, la qualità dei frutti.