Un infermiere no vax sospeso dovrà pagare 10 mila euro
Per la prima volta in Alto Adige un operatore sanitario sospeso è stato condannato a pagare le spese processuali
BOLZANO. Per la prima volta un operatore sanitario sospeso viene condannato a pagare le spese processuali. Si parla di 6.749 euro, che con Iva e spese accessorie varie arrivano a un totale di circa 10 mila euro.
Intanto alle caselle Pec dei vertici dell’Azienda sanitaria stanno arrivando decine di diffide di operatori sospesi che attraverso i loro avvocati chiedono di essere riammessi al servizio.
«Istanze senza fondamento», avverte Marco Cappello, direttore della Ripartizione affari legali dell’Asl.
La sentenza del collegio dei giudici del lavoro presieduto da Ulrike Ceresara è la prima nel suo genere: se nel recente passato il tribunale non condannava al pagamento delle spese perché si trattava sostanzialmente di materia nuova, ora si procede dando piena applicazione al principio della soccombenza. Così Cappello: «Chiunque d’ora in poi presenterà simili ricorsi correrà il rischio di subire la conseguente condanna alle spese».
Il caso riguarda un infermiere non vaccinato sospeso all’inizio dello scorso luglio. Il suo ricorso era stato respinto il 20 agosto dalla giudice del lavoro Eliana Marchesini, che però – proprio perché allora il tema era una novità – non aveva infierito sulle spese. L’infermiere (difeso dall’avvocata Renate Holzeisen) allora ha presentato reclamo contro la sentenza di primo grado. Ma la questione non è più nuova. Il 16 dicembre il collegio ha confermato la decisione del giudice del lavoro: l’infermiere resta sospeso e deve pagare le spese processuali.
I collaboratori dell’Asl sospesi sono circa 530. Secondo il decreto di sospensione, il provvedimento sarebbe venuto meno il 31 dicembre. Integrato di una proroga di sei mesi, adesso prevede la scadenza del 15 giugno 2022. «Diversi medici e infermieri stanno inviando un testo di diffida perché secondo un’interpretazione parziale data dai loro avvocati la sospensione dovrebbe essere venuta meno il 31 dicembre. Chiedono l’assegnazione di un turno, la riattivazione del cartellino e il rientro in servizio. Ma in base alla circolare emessa dall’Azienda nessun operatore vaccinato può tornare in servizio. A meno che non si vaccini».