sicurezza

Un’impresa su quattro vittima di attacchi hacker

Paissan (Confesercenti) chiede un confronto urgente con la Provincia di Trento: «Pochi investono in sistemi efficaci, serve un sostegno deciso a commercianti e ditte»



TRENTO. Nei prossimi tre anni, le spese per la difesa informatica delle imprese ammonteranno a 10 miliardi. Il pericolo hacker preoccupa sempre di più le piccole e medie imprese italiane, con una su quattro (il 26%) che già è stata colpita da problemi di sicurezza e il 52% che nell’anno in corso investirà risorse per la messa in sicurezza dei propri dati, per una spesa media di 4.800 euro e un totale di circa 470 milioni di euro.

La progressiva digitalizzazione del terziario ha portato la totalità delle imprese intervistate – il 97% – ad adottare uno o più sistemi informatici: posta elettronica, siti web, software o gestionali interni. Un ulteriore 35% mette a disposizione dei clienti una rete Wi-Fi pubblica, mentre il 28% gestisce un portale di e-commerce. Ma anche la salvaguardia di dati sensibili e informazioni riservate è un fattore critico, viste le nuove indicazioni circa l’acquisizione, la gestione, l’utilizzo e l’archiviazione dei dati personali. I dati emergono da un sondaggio di SWG per Confesercenti sulle PMI tra i 10 ed i 50 dipendenti, a poche settimane dagli attacchi hacker che a febbraio hanno colpito l’Italia.

Sulla questione è intervenuto il presidente di Confesercenti del Trentino, Mauro Paissan: «Il pericolo esiste anche per le aziende trentine – rileva Paissan – e diversi attacchi hanno interessato anche il nostro territorio, ma vi è una sorta di tabù nel rendere di dominio pubblico l’attacco hacker subito. Spesso agli attacchi informatici segue un riscatto economico. Si tratta di azioni ben organizzate e strutturate, è quindi chiaro che il problema riguarda l’intero sistema nel suo complesso».

Paissan si sofferma sul quadro che emerge dal sondaggio: solo le imprese più grandi e strutturate hanno intrapreso azioni di difesa. «Le imprese saranno ‘costrette’ a sostenere spese per la sicurezza informatica – prosegue il presidente di Confesercenti – È chiara l’esigenza di introdurre provvedimenti per incentivare l’adozione delle necessarie misure di sicurezza da parte di tutte le attività, comprese le PMI. Servono sostegni, perché il fenomeno di hackering ha mostrato un’accelerazione e questo ci impone di ragionare su specifiche attività di formazione e sensibilizzazione anche a livello di micro impresa, nel mondo del commercio, dei servizi e del turismo».

Paissan lancia dunque una proposta: «Aprire immediatamente un confronto pubblico con il presidente Fugatti e l’assessore Spinelli su incentivi e altre forme di aiuto che si possano mettere in campo per garantire un adeguamento degli standard di sicurezza e di preparazione del tessuto imprenditoriale. Questo anche nel quadro di revisione della legge provinciale incentivi alle imprese».













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