politica

Ugo Rossi lascia il Patt ed entra in Azione, il partito di Calenda

L’ex governatore ha ufficializzato la sua nuova dimensione politica: “Credo che Azione possa essere il motore del riscatto dell'Italia, e sia un'opportunità di nuovo protagonismo a livello locale e nazionale per la nostra autonomia”



TRENTO. Nessun progetto politico nuovo di zecca, per Ugo Rossi. L’ex governatore, che nei giorni scorsi ha abbandonato ufficialmente il Patt dopo una lunga militanza che lo ha portato fino alla presidenza della Provincia, ha scelto di entrare in Azione, il movimento (partito) fondato da Carlo Calenda e che in Trentino è rappresentato da Laura Scalfi e Mario Raffaelli

“Credo che Azione possa essere il motore del riscatto dell'Italia, e sia un'opportunità di nuovo protagonismo a livello locale e nazionale per la nostra autonomia”, ha spiegato Ugo Rossi durante la presentazione del suo ingresso nel partito nato nel 2019. “Il Trentino – ha proseguito – può essere inteso come un esempio positivo in termini di innovazione, ma ha sempre avuto la necessità di confrontarsi con una dimensione nazionale, per incontrare esperienze diverse e trovare nuove soluzioni per il territorio e per il Paese. Ho scelto Azione perché rappresenta nel panorama politico italiano un luogo privilegiato che non partecipa agli scontri tra tifoserie, ma porta avanti le proprie idee senza contrapporsi a nessuno”.

All'iniziativa è intervenuto anche il senatore Matteo Richetti, cofondatore del partito, che ha rilevato come l'adesione di Rossi vada “oltre i confini provinciali, perché l'Italia non può fare a meno di chi ha prestato il proprio impegno a favore del proprio territorio". "L'esperienza del Trentino, che è sempre stato un laboratorio politico, sarà occasione per riaprire la discussione sul tema dei livelli dello Stato, dato che c'è bisogno di una riscoperta necessaria del ruolo dell'autonomia", ha concluso Richetti.













Scuola & Ricerca

In primo piano

l'allarme

Trento, il carcere scoppia. Aumentano anche le detenute

La garante provinciale Antonia Menghini: “Raggiunte più volte le 380 presenze”. Preoccupa pure la carenza dell'organico, in particolare di agenti di polizia penitenziaria. Nell'ultimo anno nella casa circondariale di Trento sono diminuiti gli atti di autolesionismo