Whirlpool, la minaccia da un uomo sui sessant’anni
Il centralinista del «Trentino» sentito dalla polizia. Olivi: appello all’unità. Confindustria condanna
TRENTO. «La sciopa la bomba alla Whirlpool. Ghelo diga...». É la frase pronunciata dall’anonimo telefonista che ha fatto scattare l’evacuazione dello stabilimento lunedì. La chiamata era giunta alla redazione del Trentino nel primo pomeriggio. A riceverla un impiegato addetto al centralino, che ieri è stato sentito dalla polizia. «Erano le 13.30 circa, un momento in cui di solito non arrivano molte telefonate», ha dichiarato. «Chi parlava ha detto solo quella frase, in dialetto trentino, poi ha messo giù. Era una voce maschile, di una persona che avrebbe potuto avere 60 anni». Gli investigatori non hanno ancora individuato la provenienza della telefonata. Uno dei prossimi passi dell’indagine sarà l’analisi dei tabulati.
Pieno appoggio all’operato della polizia viene espresso da Claudio Longo, delegato Rsu della Fiom. «La questione della telefonata è ambigua, perché non è un fatto accaduto in fabbrica. Può essere stato chiunque», dice il sindacalista. «Quelli che hanno da perderci sono solo i lavoratori e la produzione, bloccata per ore. Per questo ora bisogna stare uniti il più possibile. Noi lavoratori abbiamo sempre rispettato gli accordi e non ci siamo mai tirati indietro».
Un invito a fare quadrato e a dire no ad ogni forma di intimidazione è venuto anche dall’assessore provinciale Alessandro Olivi, che ieri mattina ha convocato un vertice in azienda. Presenti anche il dirigente generale Paolo Spagni, il presidente di Trentino Sviluppo Diego Laner, le organizzazioni sindacali (Manuela Terragnolo per la Fiom, Luciano Remorini per la Fim, Luciano Attanasio per la Uilm oltre alla Rsu) e, per l’azienda, il direttore dello stabilimento Manuel Rossi. «Il nostro è un fronte compatto - ha detto Olivi - che non sarà scalfito da singoli atti delittuosi. Manterremo i nervi saldi. Perché il gesto di qualche folle non potrà certo mettere in discussione l’accordo raggiunto con l’azienda».
Sull’accaduto interviene anche la Confindustria, ribadendo che questi «gravi fatti» «vanno condannati fermamente e in maniera corale dalle istituzioni e dalle parti sociali». Sono i lavoratori - viene aggiunto nella nota - «le prime vittime del clima di terrore e di sospetto» ed è a loro che Confindustria Trento «rivolge un messaggio di solidarietà, con l'auspicio che l'attività produttiva dell'azienda possa riprendere nella massima serenità possibile». Piena la fiducia nelle forze dell’ordine.(l.m.)