Vitalizi, sì alla riforma ma con riserva
I consiglieri non potranno tenersi gli anticipi. Ieri via libera della Svp, ma da qui all’aula si giocherà il secondo round
TRENTO. Il primo tempo della riforma dei vitalizi si è chiuso ieri nella prima commissione del consiglio regionale. Con 9 voti (Svp, Pd, Patt, Freiheitlichen), i no di Urzì e Verdi (assenti Borga e Progetto Trentino) è stato approvato il disegno di legge numero 8, quello che taglia dal 6 al 40% le somme d’oro liquidate a consiglieri ed ex consiglieri come anticipo dei vitalizi: una riduzione frutto di nuovi tassi di sconto applicati all’aspettativa di vita, che hanno modificato quelli applicati dalla legge 6 del 2012 e considerati un regalo ai consiglieri. Complessivamente si tratta di 24 milioni di anticipazioni e 31 milioni di quote del Fondo Family. Dai tagli si stima possano tornare nelle casse della Regione circa 45 milioni di euro: 18,4 milioni dai tagli agli ex, 25,6 milioni dai consiglieri che non hanno ancora maturato il diritto al vitalizio e dovranno restituire tutto in attesa dell’età della pensione. Questi ultimi, una quarantina, non potranno più però tenersi l’anticipo incassato come acconto sulla futura attualizzazione: la possibilità, prevista dalla proposta dell’ufficio di presidenza e motivata dal presidente Moltrer per alcuni «casi disperati» di consiglieri impossibilitati a restituire, è stata stralciata ieri dalla commissione dove erano stati presentati emendamenti sia della Svp che dei Verdi. «Questa furbizia non è passata», esulta il verde Riccardo Dello Sbarba.
In serata è iniziato il voto del secondo disegno di legge, quello che introduce il nuovo regime pensionistico per i consiglieri e a una serie di altre previsioni. In mattinata, all’incontro di maggioranza, la Svp si era presentata proponendo di rinviarlo all’autunno. Ma farlo slittare avrebbe significato dimezzare la riforma. La maggioranza trentina (Pd, Patt, Upt) sul punto ha fatto quadrato: niente rinvio, i due disegni di legge restano uniti. La Svp ha incassato, ottenendo in cambio lo stralcio dell’articolo 5 sulle nuove pensioni (ne riferiamo nell’articolo sotto, ndr). Su uno dei punti più dibattuti, l’età della pensione,su proposta Svp è passato l’aumento dal 2 al 3% della decurtazione per ogni anno di anticipo prima dei 66 anni (fino a 60 anni). Bocciata la proposta di Verdi e Pd di tenere i 66 anni senza deroghe (hanno votato contro Svp e Patt), anche se Civico (Pd) non esclude di ripresentare un emendamento in aula per i 66 anni o per aumentare ulteriormente la decurtazione.
Sì al taglio del 20% dell’importo dei vitalizi, ma anche in questo caso - come per l’età pensionabile - il consigliere Svp Oswald Schiefer conferma che il secondo tempo della partita è ancora tutto da scrivere, con la possibilità di emendamenti - che ieri la maggioranza non ha presentato - quando la legge andrà in aula a inizio luglio: «Il taglio del 20 intanto lo lasciamo - spiegava ieri Schiefer - ma è ovvio che su questo ci sono opinioni diverse. I consiglieri più giovani, avranno dei tagli alle attualizzazioni molto più alti». Confermato il tetto di 9 mila euro lordi per chi cumula vitalizi da consigliere e parlamentare. Rafforzato il contributo di solidarietà: 10% sui vitalizi non attualizzati, quindi anche per chi opterà di tornare al vecchio vitalizio. Maratona serale sugli ultimi articoli, con una discussione animata, fin dal mattino, sull’articolo che riduce l’indennità di funzione di presidente e ufficio di presidenza: tagli insufficienti, ha criticato Urzì, visto che l’indennità di Moltrer (13.800 euro, come quella di Rossi) resterà più alta di quella del presidente del consiglio provinciale Dorigatti (12.300 euro). In ballo anche lo stralcio della restituzione dei 16 mila euro di interessi sui contributi incassati dai consiglieri della XIV legislatura.