Vitalizi, le restituzioni partono al rallentatore
Hanno aderito alla richiesta solo due dei 20 ex consiglieri che avevano ricevuto le cifre più alte. Moltrer: altri sei o sette hanno annunciato che presto lo faranno
TRENTO. Tempo ce n’è ancora molto, 90 giorni dalla ricezione dei decreti. Che solo in questi giorni stanno effettivamente arrivando nelle cassette delle lettere degli ex consiglieri, a partire da quei 20 che costituivano l’elenco dei più fortunati, quelli cioè che avevano ricevuto le cifre più corpose (vedi in alto). Ma due di loro, le somme richieste le hanno già restituite. Mentre altri sei-sette hanno comunicato alla presidenza del Consiglio regionale che lo faranno non appena avranno in mano la richiesta. Benché con il rallentatore, qualcosa dunque si muove sul fronte del recupero degli anticipi sull’attualizzazione dei vitalizi, in base al ricalcolo definito dalla nuova legge approvata a luglio. Tanto da giustificare l’ottimismo del presidente dell’assemblea Diego Moltrer: «Nessuno finora mi ha detto che non restituirà», afferma rimandando a domani, all’apertura degli uffici che stanno istruendo le pratiche, la comunicazione dei nomi degli ex consiglieri più solleciti nell’aderire alla richiesta di restituzione. L’ottimismo è comunque giustificato solo in parte: chi come Franz Pahl (presidente dell'associazione che raccoglie gli ex consiglieri) ritiene che la richiesta di restituzione sia irricevibile, quasi certamente non comunicherà proprio nulla alla presidenza del Consiglio, preferendo invece presentare direttamente ricorso. E magari facendo trascorrere buona parte dei 60 giorni che la legge consente per proporre l’impugnazione.
Tra chi il decreto lo ha già ricevuto c’è infatti proprio Pahl: «Mi chiedono di restituire 323 mila euro, ma non ci penso neppure - spiega - l’ho detto e lo ripeto: non mi lascio espropriare. Ho 60 giorni di tempo per fare ricorso e lo farò». La nuova legge, nel caso in cui un ex consigliere non provveda alla restituzione degli anticipi entro 90 giorni, dà facoltà alla presidenza del Consiglio regionale di bloccare le quote del Fondo Family. «Ma se lo faranno, si configurerà come un esproprio, visto che verrebbe fatto sulla base di una norma illegittima - replica Pahl - abbiamo ricevuto quelle somme sulla base di un contratto irrevocabile che ora non può essere rescisso unilateralmente. E chi oggi gestisce il Fondo rischia di essere chiamato a rispondere in prima persona». L’emanazione dei decreti intanto procede: dopo i primi venti, altrettanti (seguendo l’ordine alfabetico) sono stati firmati nei giorni scorsi da Moltrer. Che per mercoledì 24 ha convocato un Ufficio di presidenza per esaminare la posizione di altri 40, tra consiglieri ed ex, che non avendo ancora raggiunto l’età per ricevere il vitalizio, devono restituire l’intero anticipo: alcuni di loro infatti non dispongono più di quella cifra avendola già spesa. Sono 29 i milioni di euro che, in totale, dovrebbero rientrare nelle casse della Regione.