Vitalizi d’oro, in campo un super perito
La difesa ha chiesto una verifica tecnica sul tasso di sconto applicato ai consiglieri
BOLZANO. Potrebbe essere una perizia a decidere il destino processuale degli inquisiti nel procedimento penale legato ai cosiddetti vitalizi d'oro dei consiglieri regionali e provinciali.
Ieri mattina, in occasione dell'udienza preliminare in cui si sarebbe dovuto decidere il rinvio a giudizio o meno dei tre imputati, il giudice Andrea Pappalardo ha disposto un nuovo rinvio per valutare l’istanza degli avvocati difensori sulla necessità di fare chiarezza su alcuni calcoli tecnici che portarono al super trattamento di favore per i consiglieri provinciali e regionale.
Le parti si ritroveranno in aula il prossimo 14 marzo ed in quella occasione il giudice Pappalardo scioglierà la riserva.
La posizione processualmente più delicata resta quella dell'ex presidente Rosa Zelger Thaler e di Gottfried Tappeiner che debbono rispondere di abuso d'ufficio, truffa aggravata e turbativa d'asta.
In sostanza all'ex presidente del consiglio regionale si contesta di aver ideato la maniera di rendere ancora più vantaggioso ai singoli consiglieri ed ex consiglieri il sistema di vitalizio basato sulla cosiddetta attualizzazione delle somme pensionistiche, pagando ai singoli consiglieri in un'unica soluzione tutto quello che avrebbero incassato nel corso degli anni in pensione.
Un sistema che imponeva di calcolare l'aspettativa di vita dei singoli consiglieri applicando però un tasso di sconto (cioè una percentuale che avrebbe dovuto essere sottratta per ogni anno pensionistico anticipato).
Per fare il calcolo, in un primo tempo gli uffici del Consiglio regionale si affidarono a un consulente di Trieste, il dottor Stefano Visintin, che usò parametri normali: calcolò la somma usando l'aspettativa di vita di una persona comune e un tasso di sconto per ogni anno di vita, tra il 2,5 e il 4 per cento.
Secondo l’accusa, però, i risultati non soddisfarono la presidente del Consiglio Regionale Rosa Thaler Zelger, che accantonò la consulenza di Visintin e si rivolse a Gottfried Tappeiner, presidente di Pensplan.
Quest'ultimo cambiò i parametri (il tasso di sconto passò allo 0,81 per cento l'anno) facendo incassare ai consiglieri regionali ancora di più. E’ proprio su questo punto che gli avvocati difensori (tra cui Paolo Fava, Carlo Bertacchi e Francesco Coran) ieri hanno dato battaglia consegnando al giudice un calcolo secondo il quale le due consulenze in questione sarebbero in realtà giunte allo stesso risultato in quanto la consulenza Visintin avrebbe applicato un tasso di sconto lordo (compresa l’inflazione) mentre la consulenza Tappeiner avrebbe applicato un tasso di sconto netto. La differenza sarebbe stata dunque apparente e non reale.
Di qui la richiesta di una perizia che potrebbe risultare decisiva. Nel corso dell’udienza di ieri la stessa Procura ha poi avanzato richiesta di non luogo a procedere per tutti e tre gli imputati (oltre a Rosa Zelger Thaler e Gottfried Tappeiner c’è anche Florian Schwienbacher) dall’accusa di turbativa d’asta in merito alla gara d'appalto vinta da Pensplan Invest per la gestione del Fondo Family riservato ai consiglieri regionali.
Se la richiesta della Procura per questa imputazione fosse accolta, Schwienbacher uscirebbe definitivamente dal processo in quanto accusato solo di turbativa d’asta.
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