Violenza sulle donne, nel 41% dei casi arriva dal partner
I preoccupanti dati della situazione trentina: ci sono 3 denunce ogni 1000 donne
TRENTO. In Trentino il 41,7% degli episodi di violenza perpetrata da un uomo su una donna, denunciati alle forze dell’ordine nel corso del 2011, ha come presunto autore del reato il partner o l’ex partner della vittima. È uno dei dati tra quelli pubblicati oggi in riferimento alle denunce raccolte nel 2011 da Polizia e Carabinieri in sinergia con l’Osservatorio provinciale sulla violenza di genere e con la supervisione del Dipartimento di sociologia dell’Università di Trento.
La ricerca è stata presentata alla vigilia della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 25 novembre. Sono complessivamente 506 le denunce potenzialmente connesse a episodi di violenza di genere, di cui il 38,4% include due o più reati. La cifra, riportata al numero complessivo di donne presenti in Trentino (160.000 tra i 20 e i 64 anni) proietta un numero di 3 denunce ogni 1.000 donne. Nell’87% dei casi è la stessa vittima a esporre denuncia, nel 22% dei casi si tratta di lesioni personali e nel 36% di minacce. Gli episodi avvengono trasversalmente in tutto il territorio provinciale, e nel 50,9 % dei casi riguardano donne comprese tra i 26 e i 45 anni, mentre su quelle oltre i 45 si verifica il 41,1% di episodi di violenza. Il 76,9% dei presunti autori ha la cittadinanza italiana, come il 75,7% delle vittime.
«È uno dei risultati che conferma l’importanza come ricaduta di progresso sociale del protocollo di intesa promosso dall’assessorato provinciale alle pari opportunità e siglato luglio scorso con le forze dell’ordine - ha affermato l’assessore provinciale Lia Giovanazzi Beltrami - ed è il primo del genere in Italia, perché vede per la prima volta la condivisione di un tavolo di lavoro tra le forze dell’ordine e le istituzioni. Nel prossimo anno continuerà non solo il lavoro di monitoraggio dei casi di violenza, ma ci saranno 7 case di rifugio messe a disposizione delle vittime e azioni a tappeto di informazione nelle scuole e corsi di formazione per gli operatori socio-sanitari».