Violenza sessuale nel parco: quinto arresto 

A Maso Ginocchio abusarono a turno di una connazionale: presi tutti i nigeriani autori dello stupro



TRENTO. La Squadra Mobile di Trento ha arrestato il quinto nigeriano coinvolto nella violenza sessuale di gruppo e rapina avvenuta il 25 novembre a Trento, a maso Ginocchio.

Per quel reato erano già stati arrestati altri quattro connazionali. L’operazione era iniziata il primo dicembre; gli investigatori avevano individuato un gruppo di nigeriani, tutti richiedenti asilo, che alcuni giorni prima avevano abusato sessualmente una giovane ragazza nigeriana.

Drammatico il racconto della ragazza: abuso sessuale e una rapina. Mentre si trovava nei pressi di un bar, la giovane veniva costretta da alcuni uomini, sotto minaccia, a recarsi nel vicino parco. Tutto era cominciato con quattro chiacchiere, complimenti che poi erano andati oltre. Al parco di Maso Ginocchio la brutalità: uno di loro ha raccolto da terra il collo di una bottiglia rotta e ha minacciato la donna. Un altro, quello che lei aveva respinto poco prima, si è messo a fare da palo. Il terzo ha tirato fuori i profilattici e li ha distribuiti ad altri orchi. Il tutto con automatismi tali che hanno fatto sospettare alla polizia che questa non fosse la prima volta. Proprio le modalità d’azione indussero la mobile a pensare che ci fossero stati altri casi di violenze di gruppo.

Dopo la furia della violenza, la donna nigeriana era stata minacciata nuovamente: le conveniva stare zitta, sempre. Altrimenti, ci sarebbero state ulteriori ritorsioni se avesse chiesto aiuto alla Polizia. La donna, benché impaurita, era riuscita però comunque a chiedere aiuto, dando così impulso alle indagini.

Dopo i necessari riscontri la ragazza era arrivata a riconoscere senza ombra di dubbio i suoi carnefici, i suoi aguzzini. Tre di loro venivano tratti in arresto il 1° dicembre ed un quarto il 9 gennaio 2018. Dopo i primi provvedimenti cautelari gli investigatori stringevano il cerchio sul quinto componente della banda che veniva arrestato, a seguito dell’emissione di custodia cautelare in carcere, il 9 marzo.













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