Verrà raddrizzato anche il Mosè
Appaltato dalla Sovrintendenza il progetto dell'architetto D'Agostino
RIVA. Entro quest'estate cominceranno i lavori per il restauro della fontana del Mosè, che sorge a lato dell'Inviolata appoggiata al muro di recinzione della «cesura». Il progetto dell'architetto Cinzia D'Agostino della Sovrintendenza per i beni architettonici della provincia, è stato finanziato; il contratto con l'impresa che ha vinto l'appalto è in corso di perfezionamento. Il restauro comprende anche l'adiacente edicola del Cristo Deposto. L'intervento si annuncia complesso: rilevanti cedimenti hanno infatti deformato in modo visibile la struttura, mentre gli agenti atmosferici e l'inquinamento hanno deteriorato la pietra. La fontana si presenta oggi, a distanza di quasi vent'anni dall'ultimo restauro, in pessimo stato di conservazione: numerose le perdite delle vasche, vistose le alterazioni dovute agli agenti biodeteriogeni, patine scure o verdastre, e al deposito del particellato inquinante. In cattive condizioni anche la muratura che costituisce il fondale del monumento, mentre si presenta in miglior salute la statua del Mosè, l'elemento plastico maggiormente lavorato, per il quale gli effetti della corrosione da dilavamento e inquinamento sono contenuti, grazie anche alla qualità della pietra, probabilmente un calcare delle cave di San Martino di Arco. Il bacino maggiore è quello che presenta le problematiche più evidenti, a partire dall'antico cedimento dell'angolo destro della vasca che ha comportato, assieme al degrado del materiale e alla necessità di riparazioni non sempre condotte al meglio, la perdita di materiale lapideo in corrispondenza dei giunti. Il cedimento ha comportato anche la rotazione del pannello frontale, ancora visibile lungo le linee di connessione, e in misura minore del pannello laterale. Anche sul panello frontale, il cedimento e le manomissioni hanno comportato la rottura della base, poi raccordata con una vasta lacuna d'integrazione e una grande graffa metallica. La sconnessione ha inoltre comportato la deformazione della scalinata, forse solo in parte sostituita, come invece evidenziano taluni preventivi lavori di fine Ottocento; i blocchi dei gradini infatti risultano logori e con lavorazione similare a quelli della chiesa, anch'essi legati tra loro con graffe metalliche. Il Mosè verrà raddrizzato, anche per poter togliere il pesante ed antiestetico sostegno di metallo, ancorato al muro di cinta del convento.