Vanya: «Mamme, partorite a Tione»

Originaria di Praso, la dottoressa Traversi lancia un appello a non abbandonare il reparto dove si è trovata benissimo


di Ettore Zini


TIONE. «Le neo mamme giudicariesi sono fortunate e non lo sanno. Hanno a disposizione una maternità altamente professionale e vanno a partorire fuori».

«Lo dico, prima come mamma, e poi come medico che ha visto molti reparti di ostetricia». Vanya Traversi Montani, 35 anni, medico chirurgo all’ospedale di Ngozi, in Burundi, dov’è primario di anestesia, ha da poco più di un mese, partorito all’ospedale di Tione Martina, la sua secondogenita. La prima, Maria Chiara che oggi ha quasi 3 anni, l’aveva avuta in un importante centro ospedaliero in provincia di Verona. «Un parto disastroso. Dove, nonostante la struttura fosse super attrezzata, ho corso dei grossi rischi, con un’emorragia che non riuscivano ad arrestare».

«A Tione, invece mi sono trovata benissimo. Ho scoperto un ambiente altamente professionale, con medici e ostetriche molto preparati, capaci di seguire con grande competenza tutte le fasi del parto. Proprio non capisco tutte le mamme che, pur avendo a disposizione una struttura così efficiente, preferiscono rivolgersi ad altri nosocomi». La giovane dottoressa, da più di un anno a contatto con una realtà anni luce lontana dalla nostra, in un ospedale che ospita mediamente 50 partorienti al giorno, stipate in 3 o 4 per letto in 12 per stanza in condizioni, a dir poco precarie con altissime probabilità di far nascere dei bambini orfani, è meravigliata del fatto che a Tione ci sia un esodo verso altri reparti di ostetricia anche fuori provincia, facendo correre il rischio di chiusura del reparto per numero di nascite insufficienti.

«Una esterofilia immotivata.che rischia di mettere davvero in crisi un reparto, così efficiente che, a mio avviso, al di là della realtà che io vivo tutti i giorni dove lavoro, trovo che anche qui in Italia non abbia nulla da invidiare a maternità di altri centri».

Vanya Traversi è originaria di Praso, in Val del Chiese. La nascita di Martina, a Tione, non era programmata. Avrebbe dovuto partorire nell’ospedale dove lavora assieme al marito (tecnico addetto alla logistica dell’ospedale di Ngozi). È tornata in Giudicarie per problemi di salute del padre. E qui ha fatto quella che chiama «la bellissima esperienza dell’ospedale di Tione».

Un ritorno alle radici. Ma anche la scoperta di questa struttura a misura di mamma, che si sente di elogiare per il trattamento ricevuto, la sicurezza e la competenza di un’intera struttura, che anche dopo la sua dimissione le ha offerto un’assistenza supplementare con le ostetriche sul territorio.

«Una mamma deve poter scegliere in piena libertà un momento così delicato com’è la nascita di un bambino – dice – ma se posso dare un consiglio cercate di proteggere questo reparto, perché è una ricchezza per la comunità». La giovane anestesista tra alcuni giorni rientrerà in Burundi. Ma prima di partire ha voluto ringraziare così tutto il personale di Tione per trattamento subito. E, al tempo stesso invitare ad una riflessione. In Giudicarie i parti superano abbondantemente ogni anno le 400 unità. Nella maternità di Tione però, nel 2012, sono venuti alla luce solo 198 bambini. Troppe le cicogne che volano via. E troppo poche le nascite in loco, per giustificare il mantenimento a pieno regime di una struttura al di sotto degli standard richiesti.

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