Vallarsa ha perduto la guerra del pesce rosso

Cristian Carrara era stato multato di 110 euro per averne liberato uno nella fontana di Piazza. Ci è voluto un avvocato ma il verbale è stato archiviato



VALLARSA. Ci è voluto un avvocato ed un ricorso, ma alla fine ce l’ha fatta: Cristian Carrara ha vinto la guerra del pesce rosso. Gli animali (erano sei, alla fine) dalla fontana di Piazza sono spariti nell’agosto scorso: la siccità aveva ridotto a poche dita l’acqua nel vascone di pietra e rischiavano di morire. Ma se non ci avesse messo lo zampino l’estate calda che abbiamo alle spalle, sarebbero ancora lì.

«Ad oggi - dice Carrara - resto convinto di non avere fatto nulla di male. Alla fine lo ha ammesso anche il comune, e ne sono felice. Ma resta il fatto che per veder riconosciuto quello che sembrava evidentissimo a chiunque, ho dovuto fare ricorso ad un amico avvocato, Alessandro Soini, che ringrazio per la disponibilità».

La vicenda ha tutti i contorni delle più tipiche storie di paese, dove si incrociano e incancreniscono puntigli ed orgogli, arroganze e voglia di ribellione.

Nelle vecchie fontane della valle, che ne è ricca, da qualche anno era diventato se non abitudine almeno vezzo mettere dei pesci rossi. Animali troppo cresciuti per restare nella piccola boccia di vetro in casa e che nella fontana, in molti casi ampia e abbastanza abbandonata da diventare un vero e proprio piccolo ambiente naturale, trovavano un luogo ideale per vivere e prosperare. Tra l’altro falcidiando le larve di zanzara a beneficio dell’intero abitato. Solo che nel marzo scorso è arrivato il Regolamento Qualità della Vita, che prevede tra le altre cose il divieto di allevare pesci nelle fontane del comune. E forti di quel divieto, i vigili hanno mandato a Carrara un verbale da 111 euro.

Al di là dell’opinione che si possa avere sulla norma e sulla sua sensatezza, è in diritto che la sanzione sembrava non stare nè in cielo nè in terra.

Il pesce rosso immesso da Carrara, reo confesso, è uno solo dei sei che fino all’estate scorsa nuotavano nella fontana. E lo aveva liberato nella fontana nel 2007: un pesce regalato al figlioletto ma che poi era cresciuto troppo per poter sopravvivere in casa. A quel pesce nel tempo se ne erano aggiunti altri. Ma soprattutto, il regolamento è del 2012 e non può certo punire un atto del 2007. Inoltre è vietato «allevare pesci nelle fontane», ma l’allevamento prevede delle cure, come nutrire gli animali, e magari anche un tornaconto, tipo prelevarli poi per qualsiasi ragione. Nel caso specifico invece il pesce era stato «liberato» nella fontana: nessuno se ne è curato più. Infine, è difficile anche multare qualcuno se non lo si vede commettere l’illecito: è un po’ come se un vigile sentisse qualcuno al bar vantarsi di avere fatto i 230 in autostrada e gli togliesse la patente.

Tutti ragionamenti messi nel ricorso, accolto dal Comune di Vallarsa che ha stracciato il verbale. (l.m.)













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