Valdastico: Delrio accelera, Trento frena
Il ministro inaugura il tratto sud: «Va trovato il tracciato più compatibile». Rossi: «No ad autostrade senza ferrovie»
TRENTO. Delrio accelera, Trento frena. Si potrebbe riassumere così la giornata di ieri sul tema Valdastico Nord. A Noventa Vicentina il ministro delle infrastrutture ha partecipato - insieme al governatore veneto Luca Zaia e al presidente della Brescia-Padova Flavio Tosi - all’inaugurazione del tratto sud della A31, quello che collega Rovigo e il Polesine con Piovene Rocchette (Vicenza). La chiusura del tratto sud della Valdastico «dopo tanti anni mi pare importante, perché permette di collegare aree ad altissima densità industriale. Molto bene, l’Italia ha bisogno di completare le opere», ha detto Graziano Delrio, che si è soffermato anche sul tratto nord, verso Trento, dell’autostrada: «Abbiamo avviato le procedure del comitato paritetico - ha ricordato il ministro - ho molta fiducia che la responsabilità istituzionale fra Veneto e Trentino, sotto il nostro coordinamento, possa trovare le soluzioni giuste che verranno discusse con le popolazioni in maniera trasparente». «Come ho già detto - ha continuato Delrio - la parte nord non riceverà contributi dello Stato. Dovremo trovare il tracciato compatibile al massimo dal punto di vista paesaggistico e ambientale. Ci sono le potenzialità di avere una discussione senza pregiudizi, sapendo che la scelta strategica del governo è la scelta del ferro: noi mettiamo 9 miliardi per il corridoio del Brennero, mettiamo miliardi per la Torino-Lione, dove vogliamo spostare il transito delle merci». Per il ministro, dunque, è «chiaro che questa scelta di completamento non intacca la scelta di fondo del governo italiano, che è di diventare un paese dove le merci viaggiano attraverso ferrovia».
Ma proprio sulla priorità alla ferrovia punta invece la Provicia di Trento per dimostrare, al tavolo dell’intesa a cui ha accettato di sedersi con lo Stato e la Regione Veneto, che «la Valdastico è un’opera anacronistica e inutile», dice l’assessore Mauro Gilmozzi. «Al ministro non comunicheremo solo dei nomi, ma una serie di condizioni sostanziali per sederci al tavolo», ha chiarito il governatore Ugo Rossi presentando il memorandum condiviso ieri dalla giunta e presentato in serata ai coordinamenti di Pd e Upt. La Provincia parteciperà al procedimento dell’intesa con un mandato politico in quattro punti. Primo: «Nessuno pensi di realizzare autostrade senza realizzare ferrovie», avverte Rossi, «la priorità sono le tratte di accesso al tunnel del Brennero, in particolare le circonvallazioni ferroviarie di Trento e Rovereto». Secondo: assoluto rispetto delle prerogative dell'autonomia, che prevedono la necessità di arrivare ad un'intesa senza imposizioni, ma anche che qualsiasi decisione passi dall'adeguamento del Piano urbanistico provinciale, che si fa con una legge approvata dal consiglio. Terzo: ci si siede al tavolo con l'impegno di analizzare tutti gli studi in possesso della Provincia, ma anche quelli ulteriori che si vorranno fare, in materia di flussi di traffico e impatto, «studi che a nostro parere mostrano come questa opera sia in contraddizione con il quadro complessivo della mobilità», spiega Rossi. C’è poi il quarto punto, quello che apre alla possibilità della Valdastico Nord: «Eventuali ipotesi alternative, che ad oggi non esistono, dovranno essere valutate secondo la "logica di corridoio", in termini complessivi comprendendo anche aspetti come l'elettrificazione della ferrovia della Valsugana, l'individuazione di tracciati stradali che non prevedano ulteriori carichi di traffico sulla Valsugana e la zona dei laghi di Levico e Caldonazzo, lo stop alla costruzione della Supervalsugana a pedaggio da parte del Veneto e la limitazione del traffico pesante in Valsugana. Valuteremo le ipotesi in termini di saldo attivo o negativo per il nostro territorio».
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