Val di Non, l’orso ucciso da un boccone avvelenato
Le analisi sul plantigrado trovato fra Lover e Sporminore. Accertamenti anche sul cadavere della volpe recuperata in zona
VAL DI NON. C’era il dubbio e ora c’è la certezza: l’orso di otto anni trovato morto a fine marzo in val di Non fra Lover e Sporminore è stato avvelenato. A dirlo è il risultato dell’esame tossicologico, disposto dalla procura di Trento, che è stato fatto sull’animale. Procura che attende anche un altro risultato, quello legato agli esami che sono stati fatti sulla carcassa di una volpe trovata morta nello stesso periodo e nello stesso luogo. Una verifica per capire se l’avvelenamento abbia riguardato quindi altri animali.
Accertamenti e indagini che servono per capire la ragione della morte del plantigrado ma anche per avere dell’indicazioni che possano aiutare ad arrivare all’identificazione di chi ha lasciato i bocconi avvelenati nel bosco. E se questa persona sarà individuata, rischia una condanna pesante che va da un minimo di tre mesi a un massimo di un anno e una multa da 3mila a 6mila euro.
Il cadavere dell’orso era stato trovato nella mattina del 21 marzo a monte della strada provinciale che collega Lover, frazione di Campodenno in Valle di Non, a Sporminore. A scorgere la carcassa dell'animale appoggiata alla rete paramassi, un camionista che transitava sulla Provinciale. L' orso, uscito da poco dal letargo, avrebbe ingurgitato il boccone trovato sul suo cammino. Non è dato sapere se chi l'ha preparato mirasse proprio al plantigrado o a qualche altro animale, ma a questo punto poco importa. L'animale deve aver avvertito i primi malesseri e ha raggiunto la provinciale, andando a morire proprio a ridosso della recinzione che costeggia la strada. Lì, l'ha visto un camionista di passaggio, che ha lanciato l'allarme.
Esattamente un anno prima, a morire in modo quasi identico e praticamente nella stessa zona era stato l' orso M6. Anche in quel caso, i sospetti degli esperti si erano subito rivolti verso il «boccone», ipotesi che era stata avvalorata anche dal fatto che il veterinario, nel corso del primo esame, aveva trovato un pezzo di spago nello stomaco dell'animale. Si era letto questo ritrovamento come un’indicazione abbastanza certa del fatto che l' orso avesse ingurgitato una polpetta confezionata con qualche sostanza letale. Non solo: lo spago era del tutto simile a quello utilizzato per confezionare alcuni bocconi avvelenati che erano stati trovati in quell'area in precedenza.
A distanza di un anno da quell’episodio, il secondo orso morto e adesso dal tossicologico è arrivata la certezza che non si sia trattato di morte naturale ma che ad ucciderlo sia stato del veleno.
Il corpo dell’orso è ora al Muse che ne aveva fatto richiesta. Inutile per la procura trattenere la carcassa visto che tutti gli accertamenti necessari sono già stati fatti.