Va a caccia: colpito alla testa dall’amico

Dario Bortolotti, 61 anni, uno dei fondatori di Petrolvilla, ferito nel Veronese da un colpo di fucile: è salvo per miracolo



ROVERETO. Il confine tra la vita e la morte è spesso sottilissimo. Considerazione forse banale, ma che descrive alla perfezione quanto accaduto giovedì mattina a Dario Bortolotti, 61 anni, notissimo imprenditore di Villa Lagarina e fondatore insieme ai fratelli dell’azienda «Petrolvilla».

Bortolotti s’era recato a Minerbe, in provincia di Verona, per una battuta di caccia al fagiano all’interno della riserva faunistico- venatoria della famiglia Vivaldi. L’imprenditore aveva raggiunto la zona al volante della sua Mercedes ML e accanto a lui sedeva uno dei due amici mentre l’altro era sceso nel veronese con la propria vettura. I tre, tutti esperti cacciatori, erano arrivati nella riserva attorno alle 8.30 del mattino e tutto era andato secondo programma. Attorno alle 12, la decisione di riporre le armi, salire in auto e fare ritorno in Trentino. Ed è stato proprio in quel momento che Bortolotti ha rischiato davvero di morire. Lui e l’amico erano appena partiti quando il compagno di viaggio gli ha chiesto di fermarsi: era stato assalito dal dubbio di aver riposto il fucile - un «Franchi Sovrapposto» automatico, calibro 12 - senza aver inserito la sicura. Bortolotti ha quindi accostato, il compagno di caccia ha aperto il portellone del bagagliaio, ha preso la custodia con all’interno l’arme e, proprio mentre si accingeva a estrarla, è partito un colpo. Il proiettile ha attraversato l’intero abitacolo del lussuoso Suv, ha colpito di striscio la tempia sinistra di Bortolotti, strappandogli anche frammenti di cuoi capelluto, per poi mandare in mille pezzi il vetro del finestrino anteriore. Pochi millimetri e per l’imprenditore lagarino non ci sarebbe stato scampo. Prima panico e disperazione, poi la richiesta d’aiuto con il cellulare. Sul posto sono subito arrivati i carabinieri della stazione di Minerbe e, con loro, i sanitari di un’ambulanza dell’ospedale di Legnago. Per fortuna, le condizioni di Bortolotti si sono rivelate tutt’altro che preoccupanti. Nonostante ciò, qualche minuto più tardi, l’imprenditore è strato affidato alle cure del medico rianimatore arrivato con l’elicottero di Verona Emergenza e trasferito all’ospedale Borgo Trento, dove è stato sottoposto alla Tac e ad una lunga serie di altri esami. Per fortuna, nessuna lesione è stata evidenziata.

Sotto shock e comprensibilmente disperato l’amico dal cui fucile il colpo che solo per un miracolo non ha ucciso Bortolotti la cui fortuna, stando ad una prima ricostruzione dei fatti, al momento dell’incidente teneva il capo leggermente chinato in avanti. Tanto è bastato per salvarlo.

Esami che sono proseguiti anche per tutta la giornata di ieri all’ospedale veneto, dopo parenti e amici hanno fato visita all’imprenditore. Salvo sorprese, Bortolotti dovrebbe essere dimesso nella giornata di oggi e tornare a casa, dove potrà raccontare a tutti del miracolo di cui ha beneficiato.©RIPRODUZIONE RISERVATA













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