Upt, no di Vescovi E in val di Sole ora spunta Migazzi

L’ex presidente di Confindustria declina la candidatura «Ho riflettuto e ha prevalso l’impegno verso l’azienda»


di Chiara Bert


TRENTO. Ilaria Vescovi non guiderà la lista dell’Upt alle elezioni del 27 ottobre. L’ex presidente di Confindustria Trento, che aveva accettato di partecipare alla stesura del programma per la parte sulle politiche industriali, ieri ha incontrato i vertici del partito e ha declinato l’offerta di Lorenzo Dellai. «Ho fatto una riflessione approfondita di fronte a una proposta seria - spiega Vescovi - e alla fine hanno prevalso la responsabilità e l’impegno verso l’azienda. Anche perché se le cose fossero andate a buon fine l’impegno in consiglio sarebbe stato a pieno regime per i prossimi cinque anni. Ho invece confermato con piacere la mia collaborazione sul piano programmatico, se questa sarà ritenuta utile».

Con il no di Vescovi l’Upt perde un nome di peso che doveva guidare una «testa di lista» che tenesse insieme due componenti, gli amministratori (rappresentati dall’assessore provinciale Mauro Gilmozzi) e volti della società civile. Nelle prossime ore - spiega il presidente della commissione elettorale Corrado Buratti - ci sarà un incontro con il presidente delle Acli Arrigo Dalfovo, che rientrerà domani da un convegno a Cortona e che dovrebbe confermare la propria disponibilità a condizione di essere capolista. Ma non è escluso che nelle prossime ore Dellai tenti in extremis un colpo a sorpresa per rafforzare la lista. «Contiamo di chiudere sabato mattina», annuncia Buratti.

Ieri sera si è svolto un incontro con il coordinamento della val di Sole per trovare una soluzione dopo la rinuncia del sindaco di Peio Angelo Dalpez, che era stato indicato all’unanimità per rappresentare la valle. Un passo indietro - per via della candidatura del sindaco di Vermiglio Denis Bertolini - che ha spiazzato il partito. Due i nomi alternativi che circolano in queste ore: il giovane Alessio Migazzi, presidente della Comunità di valle, che nelle scorse settimane sembrava sul punto di passare a Progetto Trentino, e il sindaco di Dimaro Romedio Menghini. «C’è anche il mio nome - conferma Migazzi - per coerenza ho sempre detto che avrei portato avanti il lavoro in Comunità, ma ci sono momenti in un partito in cui servono anche le candidature di servizio».

Di certo lo sforzo sarà totale per schierare una squadra di candidati forti, una lista che sia al tempo stesso rappresentativa dei territori e dei diversi mondi della società civile. Vale per tutti i partiti, ma nell’Upt in particolare la forza dei singoli candidati viene considerata cruciale per un buon risultato elettorale, anche alla luce dei numeri usciti dal sondaggio commissionato dal Pd, che assegna all’Unione un consenso tra l’8 e il 12% contro il 18% conquistato nel 2008.

«I sondaggi vanno presi come uno strumento di lavoro, sapendo che ogni società ha la sua metodologia. Non conosco com’è stato fatto il campionamento nel sondaggio del Pd, certo ci sono cose che mi paiono poco verosimili», commenta il capogruppo Giorgio Lunelli, che da anni si occupa di sondaggi. Il 10% di cui viene accreditata l’Upt è per Lunelli «un dato evidentemente sottostimato», «i sondaggi rilevano uno zoccolo duro che nel caso del Patt è il forte senso di appartenenza e per il Pd è il simbolo legato alla dimensione nazionale. Ma questa non è mai stata la forza dell’Upt, i nostri elettori votano meno il simbolo e di più le persone». Insomma la differenza la faranno le preferenze. Quanto all’exploit di Progetto Trentino, dato tra il 13 e il 17%, «il dato non mi stupisce - nell’ultimo periodo ha avuto una grande esposizione». Sulla stessa linea l’analisi del senatore Vittorio Fravezzi: «Il nostro elettorato sceglie più guardando più ai candidati che al simbolo».

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