Upt e Pd, due separati verso il divorzio
Da Trento si spinge verso la riconciliazione, ma a Pergine nessuno la vuole. Osler vuol correre da solo. Oss Emer ci pensa
PERGINE. «Basta giocare, adesso occorre fare sul serio», e Upt e Pd trentini premono affinché a Pergine, Upt e Pd tornino assieme. Ma dopo le parole intercorse, le liti durate quattro anni, le ultime dichiarazioni specie della coalizione di Marco Osler, a Pergine si vuole ancora fare da soli e in piena autonomia. E in proposito sono decisi.
Ancora ieri, Marco Osler e Alberto Filippi (coordinatore Upt) del Pd non ne vogliono sapere. E se dovesse servire, anche Renato Tessadri (assessore uscente Patt e il più votato), pur parlando a titolo personale ci ha dichiarato la «difficoltà nel proporre ai propri elettori uno progetto totalmente diverso da quello che si presentato nelle settimane scorse». Per altro, l’altra sera, nel quartier generale della coalizione (per un ritrovo rilassante) si era presentato anche Panizza che ha dichiarato (e decisamente) «massima autonomia nell’azione».
Ma anche il Pd sembra alzare il muro alla possibilità di un intesa con l’Upt. Candidati e direttivo si sono riuniti in sala consiliare in serata. Nessuno si è sbottonato più di tanto, ma qualcuno ha fatto sapere che si è votato per non andare con l’Upt. E ieri mattina, la notizia ha girato per Pergine come un lampo. Per ritornare all’Upt, c’è una presa ufficiale del Coordinamento provinciale nel quale si dice tra l’altro che «i cittadini sono stufi di giochi e tattiche politiche: oggi più che mai viene premiato chi si presenta in maniera inclusiva e chiara, con una visione che abbracci diverse sensibilità attorno ad un’idea di governo della cosa pubblica. L’Upt ha ottenuto un buon risultato e diventa il primo partito della città, ma ora per il bene della Comunità, dobbiamo fare un ragionamento di responsabilità, perché non possiamo permettere che prevalga un’aggregazione di centro destra nel terzo comune del Trentino. A Pergine è per noi naturale chiedere l’apporto e il sostegno di quelle forze politiche che al primo turno hanno sostenuto Marina Taffara, per poter affrontare questa breve legislatura che durerà solo due anni». E’ un auspicio a quanto pare che anche il Pd trentino ha espresso fin da subito dopo la “spaccatura” tra Upt e Pd a livello di trattative. Ben chiare erano state le parole di Bruno Dorigatti alla presentazione delle liste Pd-Verdi a Pergine, a questo proposito. Poi erano seguite in più occasioni attacchi micidiali contro Corradi e i passati quattro anni tanto che Osler (con Marco Morelli) aveva litigato apertamente con Marina Taffara sulla pubblica via. Riproporre l’originaria coalizione di centro sinistra autonomista con il Pd, sembra una strada tutta in salita. Certamente, la situazione emersa elettoralmente non è delle più facili da risolvere. Le Civiche con il candidato a sindaco Roberto Oss Emer al 26% hanno un peso non indifferente. C’è la seria possibilità Oss Emer e Osler corrano da soli senza modificare il progetto iniziale. Le civiche non hanno preclusioni di sorta e hanno a loro favore i numeri oltre che il “vento”. L’Upt ha i numeri e molte condivisioni, ma anche ostacoli.
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