Università, test d'ingresso da record

Ieri l'esame a Giurisprudenza: 854 iscrizioni provenienti da tutt'Italia


Alessandro Maranesi


TRENTO. Ottanta crocette che cambiano la vita. Novanta minuti che valgono un sì o un no: una professione piuttosto che un'altra, oltre che una città dove vivere (almeno) cinque anni. E' la prova che ieri mattina 854 studenti freschi di maturità, provenienti da tutt'Italia, hanno affrontato alla Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Trento. Il tutto per 500, ambitissimi, posti da matricola.

E così ieri mattina alle 9.30 le aspiranti matricole aspettavano la chiamata, pensose ed agitate, prese tra appunti, libri da ripassare e manuali "Esercitest". E i visi avevano assunto lo stesso pallore agitato che appena poche settimane fa le aveva accompagnate in quello che doveva essere l'esame della vita, quello di maturità. Già scordato di fronte alle esigenze del pressante mondo universitario.

Ad attendere che l'esame finisse, c'erano i genitori. Come Bruno Trento, omone veneto di Bassano del Grappa, che spiega con termini espliciti perché ieri la folla di studenti arrivasse da tutt'Italia: «Mia figlia prova qui, a Padova e a Venezia. La differenza è che qui tutto è organizzato e ben disposto, altrove par di stare al mercato». Alle 11.30 escono i primi studenti. Test di logica, spiegano, di matematica, di cultura generale e di attualità ("Che ruolo aveva Romano Prodi all'Unione europea?", "Quanti anni dura in carica il presidente degli Stati Uniti?" erano i quesiti tipo). Soprattutto tanta matematica che atterrisce chi, come Beatrice Zorzi e Marta Zorzi proprio non se l'aspettavano.

Ma la domanda delle domande per questi giovani ex liceali cresciuti a pane e Facebook e sommersi da un mondo iperinformato, rimane ancora: cosa farò da grande? E le insicurezze, di generazione in generazione, non cambiano. Semmai aumenta l'esigenza di avere risposte: «Ma lei che Università ci consiglierebbe se qui dovesse andarci male?» chiedono al cronista che tentava di intervistarli Anna Pugliese e Francesco Tasin, trentini reduci del Galilei e del Da Vinci. Lì vicino Marco Priori, salito da Verona, si dice soddisfatto di come è andato l'esame ma è timoroso di fronte alla possibilità di «non poter accedere a questa Facoltà, che gode di ottima fama».

La sua concittadina Deborah Salvagni spiega: «Qui vengono da ovunque, ho sentito di ragazzi saliti dalla Liguria. Io stessa sono stata consigliata da altri universitari di venire qui. In particolare, apprezzo molto gli appelli d'esame trimestrale: mi dicono che così è molto difficile andare fuori corso». Ma se uno studente veronese salito a Trento non è certo una notizia diverso è il caso di Erika Stifani, da Lecce: «Sono arrivata ieri sera, dopo aver pernottato una notte a Milano. Ripartirò domani: questa università è conosciuta ovunque per la sua qualità» dice. Quattro giorni di viaggi e pernottamenti per andare a fare un esame. Il primo di una lunga serie.













Scuola & Ricerca

In primo piano