Università, nuovo rettore sfida Zaninotto-de Pretis

Primo turno, ballottaggio quasi certo per i due competitor più accreditati Ma nel duello potrebbe inserirsi uno fra Vitale, Andreatta, Giangiulio e Zambelli


di Luca Pianesi


TRENTO. Equilibrio perfetto e ballottaggio dato sicuro. La corsa al rettorato, probabilmente, non si concluderà oggi, con la prima tornata elettorale, e nemmeno domani o dopodomani con il secondo e il terzo turno. Nessuno dei sei candidati sembra in grado di strappare la maggioranza assoluta e quindi, quasi certamente, il prossimo rettore dell’Università di Trento sarà scelto al ballottaggio, venerdì primo marzo. Tutti i competitor hanno alle spalle sostegno e stima di colleghi ed elettori. Ma due sembrerebbero leggermente avanti rispetto agli altri: la professoressa di Giurisprudenza, Daria de Pretis, e il professore di Economia, Enrico Zaninotto. Potrebbero essere loro due a sfidarsi al ballottaggio finale, anche perché “rappresentanti” di due idee diverse di università. La prima più legata al territorio e di rottura rispetto alla passata gestione del rettore uscente, Davide Bassi, il secondo più orientato a proiettare l’Ateneo verso sfide internazionali. Ma anche gli altri quattro candidati, è bene dirlo, hanno buone chance di inserirsi nella sfida finale dell’1 marzo. Stefano Vitale convince per la sua chiara visione di Università. E’ quello che sembra avere, più degli altri, un’idea futura di Ateneo. Ma questa, che da un lato è la sua forza, dall’altro può essere il suo limite. Lui stesso, in molti incontri pubblici, ha dovuto ricordare agli elettori di non aver paura di lanciarsi verso sfide internazionali. Infatti, anche in ambito universitario, come in tutti i contesti sociali, progresso e scommesse sul futuro non sempre hanno l’appeal di parole come stabilità e garanzia sul presente. Maurizio Giangiulio ha dalla sua un programma che è forse il più dettagliato e concreto tra i sei in corsa (per esempio è l’unico che parla direttamente della biblioteca di Ateneo) e anche negli incontri pubblici ha mostrato ottime capacità dialettiche e di presa sull’elettorato (sua è la proposta di tenere aperto a tutti il rettorato un’ora al giorno). Su di lui convergeranno i voti di Lettere e Filosofia e in parte di Sociologia, ma rischia di non attirare quelli decisivi della collina. Che in parte appoggerà Marco Andreatta, rafforzato anche dal suo ruolo di presidente del Museo delle Scienze. Ma questi anche in valle, tra gli umanisti, si è conquistato spazio e consensi soprattutto tra gli scontenti della passata gestione Bassi. Un elettorato, questo, che dovrà, però, contendere a Stefano Zambelli, che ha costruito il suo programma in maniera allargata e partecipata, mostrandosi aperto al confronto e che si è sempre detto in contrasto con il processo che ha portato alla provincializzazione dell’Ateneo. I rumors garantiscono che se uno di quest’ultimi due dovesse andare al ballottaggio avrebbe assicurati i voti dall’altro. Domani le prime certezze.













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