Unione della Predaia, Sfruz non ci sta

Sul progetto di fusione con votazione segreta il consiglio si è spaccato. Biasi: «Avremmo voluto più tempo per pensarci»


di Giacomo Eccher


SFRUZ. Sfruz dice no al comune unico della Predaia e scommette sulla Comunità di valle per la sopravvivenza del suo piccolo municipio. Nella votazione sulla delibera che autorizzava la spesa di 940 euro (sui 20.000 totali) per predisporre il progetto di fusione dei sei comuni delle Predaia, il consiglio, a scrutinio segreto, si è spaccato tra cinque favorevoli, altrettanti contrari e una scheda bianca.

Una votazione salomonica ma sufficiente a stoppare il provvedimento e costringere le altre cinque amministrazioni coinvolte nel progetto di unificazione amministrativa (Taio, Tres, Vervò, Smarano e Coredo) quanto meno a sobbarcarsi l'impegno per i consulenti per assorbire la quota mancata di Sfruz.

Che nel piccolo comune della Predaia (309 residenti, all'ultimo censimento) la questione unione fosse tutt'altro che scontata era apparso chiaro già da tempo e nei giorni immediatamente precedenti la seduta del consiglio la faccenda si era ancora di più scaldata ed erano comparsi inviti alla popolazione ad opporsi al comune unico, prima che fosse troppo tardi.

Le due anime del paese l’altra sera in aula si sono affrontate prima nel dibattito avviato dalla richiesta del consigliere Riccardo Tomasi volta ad ottenere il voto segreto a cui si sono subito opposti Lorenzo Cavosi e il vicesindaco Fabrizio Poli per il quale su una decisione di questa portata bisogna prendersi la responsabilità “a viso aperto”. Il voto segreto alla fine è però passato perché con Tomasi si sono schierati altri quattro consiglieri, e a quel punto l'esito è apparso scontato.

Il contenuto della delibera da votare è stato riassunto dalla sindaco Elena Biasi che ha ricordato gli innumerevoli incontri dei sei sindaci (prima erano sette, con Ton che poi si è sfilato) e le ragioni che sono alla base dell'idea di unire le amministrazioni. «Ne abbiamo discusso più volte anche noi, adesso bisogna votare. Avremmo voluto più tempo per riflettere ma sull'onda dei comuni di Taio, Tres e Vervò che hanno fretta, siamo costretti anche noi ad accelerare, ma non so se è un bene».

La sindaco ha poi ricordato che l'alternativa al comune unico è la Comunità di valle, istituzione che con l'ultima legge provinciale ha assunto anche competenza di erogare servizi che competono ai comuni. Elena Biasi si è anche detta delusa per la scelta dei vicini Smarano e Coredo (che la delibera per continuare il cammino di fusione l'hanno votata all'unanimità) di puntare al comune unico a sei della Predaia.

«Unire Sfruz, Smarano e Coredo sarebbe forse stato più facile».- ha concluso il vicesindaco Poli che ha invece detto sì alla delibera. «Serve ad avere in mano un progetto su cui ragionare, poi potremmo decidere il da farsi, ma con le carte in mano».

Sul fronte opposto il collega di giunta Marcello Biasi (cultura). «C'è in giro troppa fretta, la strada dell'unione (e non fusione subito) ci avrebbe dato più tempo ma i comunicatori non servono: voglio decidere con la mia testa» - ha detto rimarcando che Sfruz dista da Taio 14 chilometri, e da Cles (Comunità di valle) solo un paio di più. «Per questo è meglio stare da soli. Con il vicino comune grande che nascerà potremo collaborare dopo, anche da “single”» - ha concluso Biasi. Poi si è votato, con l'esito che si è detto.













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