in trentino

Una task-force per sbloccare 170 opere

Oggi per concludere l’iter passano anche 5 anni. L'assessore Carlo Daldoss: «Basta proroghe». Tre funzionari interverranno sugli intoppi


di Chiara Bert


TRENTO. Ci sono in questo momento 170 opere pubbliche ammesse a finanziamento dalla Provincia per un valore di 400 milioni di euro. Nel 2017 si stima che vadano ad aggiungersi per i Comuni altri 80 milioni per investimenti del Fondo strategico e 70 milioni attingendo ai nuovi spazi di spesa concessi dallo Stato con gli avanzi di amministrazione.

In qualche caso l’iter è fermo, a volte da inizio legislatura. I motivi sono i più svariati: manca un parere, il Comune ha cambiato idea, o ha sbagliato a presentare i documenti, problemi di comunicazione tra Comuni e uffici provinciali, tempi degli espropri, ricorsi sulle gare. «Abbiamo rilevato che dalla concessione del finanziamento alla realizzazione dell’opera passavano anche 3-5 anni», spiega l’assessore agli enti locali Carlo Daldoss, che qualche settimana fa aveva lanciato l’idea di istituire un «commissario straordinario» per sbloccare gli appalti incagliati. Proposta che aveva fatto insorgere i Comuni, e storcere il naso anche agli assessori Gilmozzi e Olivi.

La giunta provinciale ha corretto il tiro, decidendo comunque di intervenire per affrontare il problema dei tempi troppo lenti, «in modo che un’opera non diventi vecchia da quando si pensa a quando si realizza», insiste Daldoss. Normalmente oggi il termine dato ai Comuni per la stesura del progetto definitivo è di un anno ma poi, secondo la tradizione italiana, si interviene concedendo delle proroghe. «Proroghe che dovranno ridursi», avverte l’assessore, «ai Comuni diciamo, pensateci bene ma quando decidete poi si parte». La normativa prevede già oggi la possibilità, per la Provincia, di revocare il contributo in caso di ritardi.

Le fasi che compongono il processo di attuazione di un’opera sono tre: una prima in cui è prevista la programmazione, la progettazione e il finanziamento, una seconda - gestita da Apac (l’Agenzia provinciale per gli appalti)- che porta avanti la procedura di gara, infine la terza con l’esecuzione.

La novità riguarda la nascita di una task force, un «nucleo di facilitazione», che avrà il compito di monitorare e di velocizzare il processo di realizzazione dei lavori pubblici. Sono tre le figure individuate: un responsabile delle autonomie locali (la dottoressa Laura Galassi) e un ingegnere (Maurizio Biotti del Dipartimento infrastrutture e mobilità) facilitatore per i problemi tecnici, a cui spetterà individuare e risolvere i problemi che impediscono alle opere finanziate di diventare appalti e di intervenire nella fase di esecuzione dell’opera. Ci sarà poi un tutor dell’Apac, la funzionaria Marcella Rizzi, con la mission di tenere sotto costante controllo l’avanzamento degli appalti.

La task force dovrà predisporre una relazione trimestrale sullo stato di avanzamento delle opere nelle varie fasi e risponderà al direttore generale della Provincia Paolo Nicoletti. Per garantire trasparenza - ma soprattutto per esercitare una moral suasion sui Comuni lenti - da lunedì sarà attivo un sistema di monitoraggio degli appalti pubblici che grazie ad un’applicazione che tiene conto dei tempi permetterà a tutti i cittadini di controllare in tempo reale (apac.provincia.tn.it) lo stato di avanzamento delle procedure di gara gestite dall’Apac, dal bando alla stipula del contratto: un semaforo verde segnalerà che siamo nei tempi previsti, il semaforo rosso che c’è un ritardo. «Il piano - ha spiegato l’assessore Mauro Gilmozzi - prevede che questo sistema possa essere esteso a tutta la filiera, quindi dalla programmazione, progettazione, finanziamento e realizzazione dell’opera». È quando scatta il semaforo rosso che il tutor dovrà intervenire. Il tempo dirà con quali risultati.













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