Una lunga notte di violenza e di terrore 

L’uomo è andato a prendere la donna in aeroporto e poi l’ha aggredita. È stato condannato a 5 anni e mezzo di pena



TRENTO. L’ha violentata per una notte intera dopo averla fatta ubriacare e ora Remo Dalla Santa, 48 anni, imprenditore bellunese residente a Sovramonte, è stato condannato a Vicenza a cinque anni e mezzo di reclusione e al versamento di una provvisionale di 25 mila euro nei confronti della vittima, un donna trentina di 33 anni. I fatti ricostruiti dalla procura e accertati nel corso del processo si riferiscono all’ottobre 2015 quando la donna, un’artigiana, doveva rientrare dalle vacanze in Sicilia e aveva chiesto all’ex fidanzato (col quale aveva mantenuto buoni rapporti) di andarla a prendere all’aeroporto, a Treviso. «Viene il mio amico Remo», le aveva risposto l’ex. E all’appuntamento si presenta proprio Dalla Santa. Che dice alla ragazza: «Prima di portarti a casa, ti va se mi fermo a Bassano a vedere una persona?». Incassato il sì della giovane, la coppia avrebbe quindi passato la sera in giro a locali tra Bassano e Rosà a bere. E a quel punto, secondo la tesi dell’accusa, è scattato il piano dell’imprenditore che ha portato la sua vittima in campagna, in due diverse località: a Vicenza, in zona Polegge, e poi ancora fra Bassano e Rosà. Qui, ha spogliato la ragazza abusando di lei e costringendola a subire anche pratiche sessuali estreme.

Nei giorni immediatamente successivi la trentina continuava ad accusare dolore e si era recata in ospedale dove ai medici le ecchimosi e le lesioni riscontrate sul suo corpo erano parse evidenti tanto da informare la polizia. Lei, poi, aveva quindi formalizzato la denuncia. La procura aveva chiesto una misura cautelare nei confronti del bellunese che il giudice, però, non aveva accettato evidenziando delle incongruenze nel racconto della giovane. E questo anche in virtù del confronto tra la sua versione dei fatti e i tabulati telefonici. La ragazza avrebbe anche contattato il bellunese su Facebook dicendogli che stava male. Il pubblico ministero Paolo Fietta, dopo avere chiuso le indagini, aveva quindi chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio di Dalla Santa.

A cristallizzare il racconto della vittima era stato anche l’incidente probatorio a cui la donna era stata sottoposta. Al giudice, e agli avvocati delle parti, la vittima trentina aveva ripercorso la notte di violenza alla quale era stata costretta.

«Mi ha portata in campagna - aveva ripetuto - mi ha spogliata e ha abusato di me per ore ed ore. Io non potevo scappare. È durato una notte intera. È stato davvero terribile». Parole che il gup ha evidentemente ritenuto attendibili visto che ha inflitto a Dalla Santa (che aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato che consente lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna) una pena severa: cinque anni e mezzo di reclusione.

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