Un ritorno alle tradizioni per 400 cittadini romeni
Sono giunti in Val di Non da tutta la regione per la loro Festa Nazionale Il sindaco Leonardi: «Giusto mantenere le proprie radici anche lontano da casa»
TUENNO. Dopo sei anni, la Festa Nazionale della Romania è stata celebrata per la prima volta Tuenno ed è stata anche la prima volta che le comunità romene di Trento e Bolzano, hanno festeggiato insieme. Lo hanno fatto in più di 400, con il teatro parrocchiale di Tuenno aveva esaurito anche i posti in piedi e l'atrio, e così molti, hanno preferito restare all'esterno, in attesa che qualcuno uscisse.
Tanti, davvero tanti, i bambini che hanno reso ancora più allegra questa giornata e vedendoli ballare, si è avuta la conferma di come le tradizioni possano passare da padre in figlio, anche vivendo lontano da casa. Un aspetto che lo stesso sindaco di Tuenno, Pietro Leonardi, ha sottolineato: «Anche il nostro, è un popolo che ha conosciuto l'immigrazione e quindi possiamo dire con convinzione, che le proprie radici, le proprie tradizioni vanno mantenute anche lontano da casa e questa festa, ne è una conferma. E proprio grazie a questi appuntamenti, ci possono essere anche scambi culturali».
E' stata festa secondo la tradizione romena: canti, balli con tanta gioia e coinvolgimento, sventolando la bandiera ha preso il via un trenino di persone che ha fatto il giro della sala, pur avendo a disposizione uno spazio minimo. E dopo il folklore è stata la volta di un mito della Romania, o meglio ancora l'anima stessa della Romania: la famiglia Petreus: Stefan e Andrei Stefan che subito hanno intonato i canti natalizi “Colinde” e poi hanno dato spazio alla musica popolare capace di far ballare tutta la sala, anche se solo stando in piedi davanti alla poltrona.
Decisamente di successo, questa giornata organizzata dal Consolo Onorario di Romania a Trento Maurizio Passerotti, in collaborazione con le autorità locali e con l'associazione Arta-A. Nel suo intervento l'assessore Carmen Noldin, ha voluto ringraziare le tante donne romene che non solo a Tuenno, ma in tutta la Val di Non fanno assistenza agli anziani, dando loro la possibilità di poter restare in casa propria. «Siete fondamentali e dovete essere fiere di essere qui. Ed è con soddisfazione che vedo come molte donne romene, siano poi raggiunte dalla loro famiglia». Ed è proprio questo il momento nel quale si può parlare di integrazione, che si realizza però anche attraverso la reciproca conoscenza di chi lavora quotidianamente fianco a fianco. Una festa può essere una di queste occasioni e se si tratta di una celebrazione entrata ormai nella tradizione popolare, ancora meglio. Il Console Maurizio Passerotti: «Semplicemente sorpreso. Quando ho visto arrivare il pullman da Trento con solo una decina di passeggeri, mi ero preoccupato. Poi invece la gente è arrivata numerosa».