Un aneurisma stronca Maurizio Bossi Fedrigotti
ROVERETO. Lutto in città, e soprattutto nella “sua” Borgo Sacco, per l’improvvisa scomparsa del conte Maurizio Bossi Fedrigotti. Settant’anni, sposato, tre figli, è morto per un aneurisma a Vienna, città nella quale viveva da una quindicina di anni. Una scomparsa che ha gettato nel dolore e nello sconforto i fratelli Isabella, giornalista e scrittrice, Gian Paolo e Maria Josè.
«Maurizio è scomparso in dieci minuti, nemmeno il tempo di rendersi conto del malore accusato mentre si trovava a casa sua... E anche se da anni viveva fuori città, a Rovereto era attaccatissimo e tornava appena poteva nel palazzo di famiglia... » racconta la sorella Isabella. Maurizio Bossi Fedrigotti, figlio del conte Federico e discendente della famiglia titolare dell’omonima azienda agricola, dopo gli studi all’università di Milano si era trasferito per lavoro a Monaco di Baviera (dove aveva conosciuto e sposato la moglie) quindi si era trasferito in Austria per rientrare successivamente in Italia. Viveva nella capitale austriaca ma i suoi contatti con l’Italia erano praticamente quotidiani grazie alla sua professione di consulente dell’agenzia nazionale Aba, l'Austrian business agency, la società governativa per l'attrazione degli investimenti. Maurizio Bossi Fedrigotti forniva infatti il know how alle aziende che dall’Italia e da altri Paesi volevano trasferirsi in Austria.
«Mio fratello - racconta Isabella Bossi Fedrigotti - era una persona estremamente buona, estremamente amabile ed estremamente paziente. Non litigava mai, aveva un modo molto davvero affabile con le persone non per finta o per trovare clienti, ma perché era così nel suo animo...». Del fratello tra i tanti ricordi ne conserva uno in particolare: «Lo ammetteva lui stesso: non sapeva fare i temi. Quando tornava a casa con i compiti da svolgere mi diceva sempre: “non so cosa scrivere... io i temi non li voglio fare”. E allora glieli facevo io anche se ero alle elementari e lui alle medie. In ogni caso la sufficienza ci scappava...»
A Borgo Sacco Maurizio Bossi Fedrigotti non lo si vedeva così di frequente come il fratello o le sorelle «ma appena poteva, appena i suoi impegni glielo consentivano, un salto in città lo faceva. Perché - sottolinea la scrittrice - amava moltissimo Rovereto, il Trentino, i nostri vini... Un poco si è sempre sentito un emigrato ma dell’Italia si informava quotidianamente attraverso la tv ed il Corriere. Qualche anno fa, mi ricordo che lo diceva spesso, gli sarebbe piaciuto tornare per sempre a Rovereto. Ma ormai la sua vita e la sua famiglia erano a Vienna...» E lì verrà sepolto nei prossimi giorni.