Ucraina, un anno di guerra. Anche le Acli alla manifestazione per la pace di sabato a Trento
«Vicini al popolo ucraino, ora serve un’azione straordinaria della diplomazia». Il 24 febbraio 2022 la Russia iniziava l’invasione
TRENTO. Un anno di guerra in Ucraina. Il 24 febbraio 2022 la Russia dava inizio all’invasione.
Sabato 25 febbraio anche a Trento (ore 17.30, piazza Duomo) come in molte città italiane, si terrà una manifestazione per la pace nell’ambito della mobilitazione lanciata dalla coalizione Europe For Peace per chiedere l'immediato cessate il fuoco e l'apertura di un vero negoziato. In tutta Europa e in oltre 50 città italiane, sono centinaia i convegni, i sit-in a cui tutte le donne e gli uomini di buona volontà sono chiamati per chiedere con forza la Pace ad iniziare dalla marcia Perugia-Assisi in notturna prevista a partire da questa sera.
Le Acli trentine - annuncia una nota firmata dal presidente Luca Oliver – parteciperanno convintamente alla manifestazione di sabato aderendo all'appello del Cantiere di Pace e del Forum per la Pace e i diritti umani e di tante altre espressioni del mondo del volontariato e della società civile trentina.
«La pace è la vittoria di cui abbiamo bisogno», questo il titolo della manifestazione attraverso la quale si vuole sottolineare l’urgenza di fermare il conflitto militare che vede da una parte una preoccupante escalation nella corsa ad armamenti sempre più sofisticati e pericolosi per l’umanità intera e dall’altra il progressivo peggioramento dei costi umani e delle condizioni di vita e di sicurezza delle popolazioni civili su entrambe le linee del fronte.
«Ribadendo la propria vicinanza, solidarietà ed aiuto alle popolazioni ucraine colpite dalla guerra, le Acli intendono seguire fino in fondo la linea di pace e di apertura al dialogo e alla trattativa ribadita da papa Francesco all’Angelus di domenica scorsa affinché si sappia “rispondere al male con il bene”.
«Il bene della nonviolenza e della diplomazia per le quali, anche le Acli, chiedono una iniziativa straordinaria sia da parte dell’Unione europea, sia da parte del governo italiano», conclude la nota di Oliver.