Ucciso dall’amianto: c’è il rinvio a giudizio

Dopo la sentenza della Cassazione, la decisione del giudice Forlenza: per la morte di Tonidandel a processo finirà un ex presidente dell’ospedalino



TRENTO. Ci sarà il processo per la morte di Paolino Tonidandel, l’operaio manutentore di Fai della Paganella morto a soli 67 anni a causa di un tumore. Un tumore, sostengono gli avvocati Andrea de Bertolini e Simona D’Arpino a cui si è appoggiata la famiglia di Tonidandel, provocato dall’amianto che l’uomo ha respirato rattoppando per anni il tetto in eternit e sagomato gli isolanti in amianto all’ex ospedalino. Lo ha deciso il giudice Forlenza che si è trovato in mano il fascicolo dopo il rinvio ordinato dalla Cassazione. E davanti al giudice finirà uno degli ex presidente della struttura, Fernando Cioffi.

Una vicenda umana e processuale lunga e pesante quella di Paolino Tonidandel. Aveva lavorato all’ex ospedalino degli Angeli con operaio manutentore dal 1976 al 1992 e aveva lavorato in particolare sul tetto della struttura isolato utilizzando l’amianto. Nel 1996 era andato in pensione e nel 2009 Paolino Tonidandel è morto. Dopo un lungo iter processuale, la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio di due ex presidenti degli Istituti ospedalieri, l'ente che allora gestiva gli ospedali. Inizialmente gli indagati erano sei, ma uno è deceduto durante l'inchiesta, altri due erano i responsabili dell'ufficio tecnico dell’istituti che, però, non erano competenti sulla manutenzione e il terzo è un ex presidente molto anziano che ha guidato gli istituti per un breve periodo.

Sulla morte dell'operaio, che aveva lavorato presso l'ente Istituto ospedalieri Trento a partire dal 1969, il pubblico ministero Alessia Silvi aveva aperto un'inchiesta dopo la denuncia da parte della famiglia, assistita anche dall'Anmil e che si è costituita parte civile . Una vicenda giudiziaria fatta di perizie e di analisi che si era concluso con il proscioglimento dei due imputati perché sarebbero stati in carica solo per un periodo limitato rispetto a quello preso in considerazione e che avrebbe poi causato il decesso. E perché all'epoca non c'era una grande conoscenza della relazione fra l' amianto e il mesotelioma. A fare ricorso in Cassazione non era stata la procura, ma gli avvocati de Bertolini e D’Arpino. E la Cassazione aveva deciso che quel fascicolo doveva essere riesaminato di nuovo. Ed è finito davanti al giudice Forlenza che ha deciso per il rinvio a giudizio di Cioffi.

Nel fascicolo c’era anche un altro nome, quello di Vittorio Fronza. Anche lui era stato presidente dell’istituto e anche lui era stata individuato come un possibile imputato. Ma nei mesi scorsi è deceduto e quindi è venuta meno la sua posizione.

Ora quindi la storia di Paolino, del suo lavoro e della sua malattia arriverà in aula. E la parola passa al giudice.

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