Turismo estivo, le prenotazioni tardano
Le Apt temono l’effetto sisma: «L’Emilia è un bacino storico». Si spera nel mercato straniero, a partire da quello tedesco
TRENTO. Sarà anche vero che, nonostante la crisi, alle vacanze gli italiani non intendono rinunciare. Al limite spendendo meno, o accorciando i periodi di ferie. Ma la stagione turistica estiva che si sta aprendo non sembra iniziare con il piede giusto. La preoccupazione degli operatori è generalizzata, e non potrebbe essere altrimenti. E per ora è confermata dall’andamento non entusiasmante delle prenotazioni, soprattutto per il periodo centrale di agosto. Chi può permettersi di nutrire maggiori speranze è chi opera nelle zone dove maggiore è l’afflusso di turisti dall’estero. Come sul Garda, dove storicamente arrivano all’80%.
Lo conferma Roberta Maraschin, direttore di Ingarda, l’azienda per il turismo dell’area lago, dove gli arrivi da Germania, Austria e Svizzera superano il 50% del totale. E dove negli ultimi anni si registra la forte crescita di Repubblica Ceca e Polonia. «Finora abbiamo dati positivi - afferma - a fine maggio abbiamo registrato un incremento di arrivi e presenze, pur scontando una contrazione del 2-3% del mercato italiano, comunque rimpiazzata dai turisti stranieri». Sono gli eventi il cavallo di battaglia del turismo gardesano: in testa, ovviamente, il ritiro della squadra di calcio del Bayern Monaco, capace di portare sulle rive del lago folte schiere di bavaresi. Poi, ben 12 puntate della trasmissione tv Mediaset dedicata alla selezione delle “veline”. Ma il grosso è naturalmente l’ampio pacchetto di offerta sportiva legata ai circoli velici, ma anche il Festival dell’arrampicata ad Arco a fine agosto. «Promozioni particolari? Qualcosa di mirato su singoli progetti e target, soprattutto via web, ma come Apt abbiamo budget limitati non possiamo permetterci di sperperare neppure un euro». Che servono tutti, invece, per tener alto il profilo del cosiddetto “progetto outdoor” del Garda, cioè di area per vacanze attive all’aria aperta dal lago alla montagna, dal windsurf alla mtb.
Ivan Cristoforetti, direttore dell’Apt San Martino di Castrozza, Passo Rolle-Primiero-Vanoi, segnala una difficoltà precisa. Che coinvolge tutte quelle aree in cui maggiore è invece la presenza di turisti italiani. Ed è l’effetto terremoto. «Il bacino dell’Emilia per noi è sempre stato importante - spiega - e ora evidentemente hanno altri problemi più gravi che non quello di organizzare le proprie vacanze». Anche così si spiegherebbe insomma l’andamento lento delle prenotazioni. Teme l’effetto terremoto anche Gianmaria Marocchi, direttore dell’Apt Dolomiti Paganella, dove la quota del turismo di casa nostra è del 90%: «La preoccupazione c’è, ma dobbiamo considerare che sempre più spesso si prenota un periodo di vacanza solo all’ultimo momento». Magari guardando al meteo, croce e delizia del turismo in montagna. Tanto che Andrea Weiss, direttore dell’Apt Val di Fassa, ipotizza iniziative, chiamiamole così, di “formazione” nei confronti dei villeggianti: per spiegare loro quante cose si possono fare in montagna anche se cade qualche goccia.
Anche qui, dove peraltro la neve è caduta anche poche settimane fa, le prenotazioni per agosto ancora tardano. Benché tutto sia pronto: undici eventi dei “Suoni delle Dolomiti”, a fine giugno il Bike Sella Ronda Day che lo scorso anno richiamo oltre 16 mila appassionati, l’inaugurazione a giorni a Canazei del centro acquatico “Dolaondes”. E una collaborazione con l’Istituto culturale ladino per la valorizzazione delle tradizioni. «Quello della Germania è un mercato che speriamo possa darci grandi soddisfazioni», spiega Weiss. Ma sono piccoli numeri: le presenze estive straniere, in val di Fassa, sono poco più del 10%. E attendendo i frutti dell’operazione Dolomiti patrimonio Unesco («dopo gli annunci servono politiche concrete di consolidamento del valore ambientale»), Weiss segnala anche un altro ritardo pesante: quello della ciclabile Molina-Penia, ferma a due terzi all’altezza di Fontanazzo: «Speriamo che il prossimo anno arrivino i fondi provinciali: perché mentre gli sciatori calano, i ciclisti crescono». ©RIPRODUZIONE RISERVATA