Tumori: «In quarant’anni, passi da gigante» 

Tony Hunter ha ricevuto ieri il premio Pezcoller per le sue ricerche: «Lontani dal debellare il cancro»


di Maddalena Di Tolla Deflorian


TRENTO. «Negli ultimi quarant’anni abbiamo fatto passi da gigante ma siamo ancora lontani dal debellare il cancro, perché ogni tumore è diverso dagli altri». Il ricercatore Tony Hunter ieri mattina ha ricevuto al teatro Sociale il prestigioso Premio Pezcoller per le sue scoperte essenziali degli anni Settanta, e così ha commentato lo stato dell’arte della ricerca sul cancro. Il professor Hunter, nato 74 anni fa in Inghilterra, laureato in biologia a Cambridge, dal 1971 vive negli Stati Uniti dove insegna all’Università della California e dirige il Salk Institute for biological Studies. È autore di oltre seicento articoli scientifici. Ieri mattina ha ricevuto l’onorificenza, insieme a un assegno da 75.000 dollari, da Michael Caligiuri e Margaret Foti, vertici dell’Associazione americana di ricerca sul cancro, che collabora al Premio dal 1988, e dal presidente della Fondazione trentina. Nel 1979 Hunter isolò per primo una proteina (Tirosina Kinasi), che agisce come un interruttore, attivando o inattivando alcune proteine, essenziali per regolare molte attività delle cellule. Da quella scoperta derivarono molti farmaci particolarmente efficaci. L’assessore Luca Zeni ha ricordato i numeri locali. «Ogni anno in Trentino registriamo 2.800 nuovi malati. Occorre incentivare il lavoro di chi può dare speranza per il futuro». Sono intervenuti anche il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, il presidente dell’Ordine dei medici Marco Ioppi, il rettore dell’Ateneo trentino, Paolo Collini, l’arcivescovo Lauro Tisi. Il Premio Pezcoller, istituito trent’anni fa dal medico roveretano Alessio Pezcoller, che fu primario di chirurgia all’Ospedale Santa Chiara, è considerato uno dei riconoscimenti più prestigiosi in campo oncologico a livello internazionale. Il presidente della Fondazione, l’oncologo Enzo Galligioni ha tenuto ieri una prolusione al premio, spiegando il valore che esso porta nel mondo della ricerca e anche al territorio trentino: «Riconoscere i campioni della ricerca agisce come uno stimolo anche per gli altri- ha affermato- Dal Trentino sono passate le migliori menti a livello mondiale attive in questo campo, con enormi ricadute positive sui pazienti per la cura della malattia». La divulgazione operata dalla Fondazione passa attraverso il Simposio annuale a Trento (si svolgerà a giugno) e le Borse di studio per i ricercatori. Nel suo intervento, Tony Hunter, introdotto dal presidente del comitato scientifico Pier Paolo Pandolfi, ha raccontato «Subito non ci siamo resi conto dell’impatto delle nostre scoperte, ma poi altri ricercatori hanno sviluppato nuovi farmaci che si sono rivelati particolarmente efficaci. Molti pazienti sono ancora vivi grazie a quelle cure». Ieri pomeriggio il professor Hunter ha visitato la mostra sul genoma allestita al Muse.













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