Truffa dei diamanti, sequestrati 400 mila euro

Operazione della Guardia di Finanza dopo il maxi raggiro che ha coinvolto decine di investitori trentini



TRENTO. I Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Trento hanno proceduto al sequestro, per un valore di circa 400.000 euro, dell’abitazione di uno dei maggiori responsabili della clamorosa truffa della Miniera di Diamanti, che nel 2012 ha interessato come parti offese diversi investitori, di cui circa 130 individuati nel procedimento giudiziario. Il meccanismo, che ha interessato per diversi giorni le cronache sia cittadine che nazionali, si era concretizzato in una vasta vendita sul mercato di azioni ancorate ad alcune società del gruppo ed, in particolare, alla resa di una fantomatica miniera africana, che erano state fraudolentemente presentate come prodotti finanziari, con l’illusoria promessa di rendimenti crescenti annui fino al 10%, ma che poi si erano rivelate prive di valore.

Per convincere i potenziali acquirenti della bontà dell’investimento, i brokers si avvalevano di allettanti brochure pubblicitarie che illustravano le attività delle società gestite dal gruppo. In particolare, tra queste vi era anche quella collegata allo sfruttamento di una miniera d’oro e diamanti nella Repubblica Centro-africana, la cui estrazione avrebbe garantito agli investitori guadagni certi ed esponenziali in vista della quotazione crescente del valore di tali beni sul mercato. In realtà, la società disponeva solo di diritti di carotaggio e di licenze di prospezione aurifera e diamantifera del sottosuolo, senza di fatto essere proprietaria di alcuna miniera. Tra l’altro, l’incaricato di sovrintendere ai lavori di estrazione, spacciatosi quale ingegnere minerario ed esperto geologo, era risultato in possesso di un titolo accademico falso.

Le indagini, scaturite da un controllo antiriciclaggio nei confronti della società finanziaria che aveva proceduto alla vendita delle azioni, per le quali pende l’udienza davanti al Giudice per l’Udienza Preliminare, si conclusero con la denuncia di 16 persone, tra cui amministratori, soci e brokers di ben 5 società del gruppo.

In parallelo al procedimento penale, partendo dalle stesse risultanze delle investigazioni, le Fiamme Gialle trentine hanno ricostruito minuziosamente tutti i passaggi di denaro frutto della vendita delle azioni, considerandole poi “proventi illeciti”, in questo caso da reato, e quindi, a tutti gli effetti, reddito imponibile, ai sensi della legge n. 537/1993 ed alla luce, in particolare, della sentenza n. 220/1997 della Corte di Cassazione. Conseguentemente, è scattata un’immediata verifica fiscale da parte del Nucleo di Polizia Tributaria di Trento, che ha sottoposto a tassazione tutte le somme individuate.

Dalla ricostruzione dei flussi finanziari è così emerso un reddito non dichiarato, per gli anni 2009 e 2010, pari a oltre 900.000 euro, con un’imposta evasa per ben 395.000 euro, che ha consentito la denuncia dell’indagato per il reato di omessa dichiarazione dei redditi ai sensi dell’articolo 5 del d.lgs. n. 74/2000.

Al fine di cautelare da subito il rilevante credito tributario che è emerso dalla verifica ed in virtù della denuncia per evasione, le fiamme gialle trentine hanno quindi avviato un ampio accertamento patrimoniale, anche attraverso attività di intelligence sul territorio, teso ad individuare i beni riconducibili all’indagato, che peraltro risultava formalmente nullatenente e privo di possidenze mobiliari ed immobiliari.

Al termine delle laboriose indagini, attuate attraverso anche appostamenti e pedinamenti, è risultato che l’indagato, sebbene recentemente separato, conviveva con la moglie e risiedeva di fatto presso l’abitazione formalmente intestata alla stessa. Ad ulteriore supporto della disponibilità dell’immobile da parte dello stesso, è stato inoltre accertato che i recenti lavori di ristrutturazione erano stati pagati proprio da lui. Grazie all’acquisizione di tali elementi, è stata redatta la proposta di sequestro finalizzata alla confisca per equivalente, successivamente disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari ed eseguita oggi dalla Guardia di Finanza.













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