Trento: uccise uno studente a coltellateAssolto per infermità mentale
Lorenc Smoqi è stato assolto dall’accusa di aver ucciso, davanti alla biblioteca di Grigno, Luigi Del Percio perché incapace di intendere e volere. E la corte ha deciso di dovrà essere ricoverato per dieci anni (il massimo previsto dal nostro ordinamento) in un ospedale psichiatrico giudiziario
TRENTO. La sentenza è arrivata pochi minuti dopo le 21. Lorenc Smoqi è stato assolto dall’accusa di aver ucciso, davanti alla biblioteca di Grigno, Luigi Del Percio perché incapace di intendere e volere. E la corte ha deciso di dovrà essere ricoverato per dieci anni (il massimo previsto dal nostro ordinamento) in un ospedale psichiatrico giudiziario.
Una sentenza, quella arrivata dopo due ore di camera di consiglio, che ha scontentato tutti. Il pm Biasi aveva chiesto 22 anni e Tornielli, il difensore, l’assoluzione piena perché non è stato Smoqi a colpire lo studente universitario il 7 gennaio 2009. Nella sentenza la corte d’assise riconoscendo l’incapacità di Smoqi ha anche riconosciuto che c’è stato un nesso teleologico, ossia un legame netto, fra la rapina e l’omicidio.
«Speravo in un pronunciamento più coraggioso - è il primo commento del pm Biasi - sono parzialmente deluso dalla sentenza ma aspetto di vedere le motivazioni prima di pronunciarmi definitivamente. Fare appello? Ritengo che lo farò certamente».
Deluso anche l’avvocato di Smoqi, Tornielli. «Voglio leggere la sentenza - ha detto - prima di decidere cosa fare. Voglio ribadire che siamo stati gli unici a fare una puntuale ricostruzione di quanto accaduto mentre accusa e parte civile hanno puntato sull’emotività, sul fatto che non poteva non esserci un colpevole. Accetto la sentenza ma avevo offerto alla corte tutti gli elementi per arrivare al vero assassino, che non è certamente Lorenc. Noi abbiamo sempre detto che volevano solo la verità ed è anche per questo che non ci siamo nascosti dietro all’infermità». Scossi e contrariati dalla sentenza anche i parenti di Smoqi che sono stati sempre presenti alle udienze. «Siamo convinti della completa innocenza di Lorenc - hanno spiegato - questa non è la verità. Noi avevamo chiesto la verità e lo Stato italiano non ce l’ha data».
In attesa delle motivazioni anche Alberto e Chiara Pontalti che hanno sostenuto la parte civile. «La sentenza - commentano - dice che è stato Lorenc ad uccidere Gigi e bisogna sottolineare che i 10 anni di ospedale psichiatrico giudiziario sono il massimo che potevano decidere».
Ieri era stato anche il giorno delle conclusioni di parte civile e difesa. E se la prima aveva chiesto un risarcimento danni da un milione di euro, la seconda aveva insistito in una lunga requisitoria su un unico punto: non è stato Lorenc Smoqi ad uccidere Luigi Del Percio. Per farlo ha attaccato il modo in cui sono state condotte le indagini. «Questo processo - ha detto l’avvocato Tornielli - è nato con la convinzione che il colpevole fosse Smoqi». E ha tirato fuori la carta dei due nuovi testimoni che avrebbero visto, quel 7 gennaio un’altra persona che corrisponde all’identikit dell’assassino che non era Smoqui. Chiara Pontalti ha invece sottolineato come da parte della famiglia di Smoqi non ci sia stato né una parola né una lettera. E anche ieri, dopo la sentenza, non c’è stato nessun contatto fra le due famiglie