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Trento, sconti all'asilo nidose i bimbi si ammalano

Accordo in extremis, passa il bilancio. Ma è scontro sul bonus bebè


Chiara Bert


TRENTO. Riduzione delle tariffe degli asili nido in caso di malattia e l’impegno a discutere in commissione la proposta di un bonus bebè. Si è chiuso su questi due punti venerdì notte l’accordo tra maggioranza e opposizione che ha consentito ieri mattina di approvare il bilancio del Comune per i prossimi tre anni. Non senza qualche mal di pancia tra i banchi del centrosinistra.
 Il via libera alla manovra finanziaria, con 32 favorevoli e 12 contrari, è arrivato ieri alle 11.15 dopo cinque giorni di dibattito: 202 milioni di euro il bilancio corrente 2010, invariati i tributi, tariffe ritoccate dell’1,5%, 147 milioni di investimenti in tre anni. Ritirati in blocco i circa 70 ordini del giorno di Trainotti e Dal Rì (Pdl), ad eccezione di quello che chiede il restyling del sito del Comune. Rimandate tutte a gennaio le 140 mozioni collegate al bilancio, una decina delle quali saranno discusse già a partire dalla prima seduta post-natalizia.
 Venerdì attorno alla mezzanotte è stato il sindaco Andreatta, con un sms al capogruppo del Pdl Nicola Giuliano, a comunicare il sì della maggioranza all’intesa arrivato al termine di una lunga trattativa.
 L’accordo riguarda in primis le rette dei nidi. Approvato l’ordine del giorno di Marco Sembenotti (Civica per Trento), sottoscritto dalle minoranze, che impegna la giunta a rivedere le tariffe nei casi di assenza: la riduzione sarà del 33% per tutti i giorni di assenza; del 66,66% in caso di malattia certificata dal pediatra; del 100% per tutti i giorni in caso di ricovero in ospedale. Oggi la riduzione è del 15% per assenze non certificate, del 50% dall’8º giorno con certificato e del 66% dal 21º giorno in poi.
 Nel 2008 le spese per le malattie sono state di 118 mila euro, una cifra che ora potrebbe raddoppiare secondo i calcoli dell’assessore Paolo Castelli, il quale avrebbe voluto mantenere la riduzione al 33% per i primi 7 giorni, così da evitare la corsa dai pediatri per i certificati medici. «Non si tratta di grossi importi sul bilancio comunale», ribatteva ieri Giuliano. Ma nella maggioranza, da Giugni (Idv) a Maestranzi (Leali) ad alcuni esponenti Pd, sono stati in diversi a far notare come la misura vada a sostegno di chi già beneficia del posto al nido, mentre le risorse andrebbero spese per potenziare il servizio e favorirne l’accesso a tutti.
 Forti resistenze tra i consiglieri del Pd anche sull’altro punto dell’intesa: il bonus bebè di berlusconiana memoria. La proposta di Luca Trainotti, sostenuta da tutto il centrodestra, era di concedere un sostegno di 3 mila euro in due anni ai nuovi nati: un aiuto rivolto al ceto medio, ovvero alle famiglie con un reddito lordo fino a 80 mila euro. Iniziativa irricevibile per la maggioranza, che alla fine ha accettato un compromesso: l’ordine del giorno sarà portato in commissione politiche sociali entro gennaio, con l’impegno a discutere una proposta in aula entro marzo. «Ma non si tratta di un via libera», mette in chiaro il sindaco. «Non siamo d’accordo con sostegni spot alla maternità, vanno cercati provvedimenti equi e stabili nel tempo», rincara l’assessore Violetta Plotegher, «il costo per una famiglia non si esaurisce quando nasce il bambino, anzi cresce negli anni». «L’assegno di maternità esiste già per le classi meno abbienti, 1.545 euro che nel 2009 a Trento sono stati erogati a 150 nati su un totale di circa 1.200. È già nelle intenzioni della Provincia di estenderlo, da parte nostra vedremo di sollecitare un intervento ponderato». La discussione è appena cominciata.













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