Trento, Rosario e il suo carretto di fiori: «Sono l’ultimo rimasto. Qui la gente si siede anche per chiacchierare»
Storico commerciante, da dodici anni è in Cristo Re: «Con questo lavoro ho cresciuto quattro figli e due nipoti»
TRENTO. Rosario è l’ultimo venditore ambulante di fiori rimasto in città, ma anche in provincia. Nel 2000 quando arrivò a Trento, solo della sua famiglia erano in 22 ed hanno battuto tutta la regione. Oggi Rosario di Mauro a Cristo Re è diventato un’istituzione: lo conoscono tutti ed il suo carretto è in punto di riferimento. “Sono ormai dodici anni che sono arrivato nel rione. Ho visto i bambini crescere, giovani sposarsi, gente morire. Quello che è certo è che da qui non me ne andrei mai”.
Dura la vita dell’ambulante di fiori? “Premetto che con questo carretto ho cresciuto quattro figli e due nipoti e quindi non posso che essere soddisfatto. Poi è chiaro, si deve lavorare con qualsiasi tempo, freddo o caldo che sia. Alla fine vendi se sei presente, se la gente è sicura che ti trova sette giorni su sette”.
Il rapporto con la gente? “Del tutto diverso rispetto al negozio. Da me non si deve entrare per scambiarsi un saluto. Basta passare. La gente si ferma anche senza comprare, si confida, ma si vede tutto e bisogna fare come se non si vedesse nulla”.
Non solo i suoi ventuno parenti hanno chiuso, ma anche tanti negozi di fiori. “Il fiore reciso è uno stile di vita, lo si regala per rispetto, per amore, per ringraziare, comportamenti che oggi non sono frequenti. Chi è quel ragazzo che va al primo appuntamento con un mazzo di fiori? In casa è decisamente più comoda una pianta rispetto ad un mazzo di fiori. Ci si sposa meno, insomma il mercato dei fiori non è facile”.
Chi è il suo cliente tipo? “ Le persone anziane per le quali un mazzo di fiori ha ancora un valore. Poi chi ha rapporti con le donne dell’Est per le quali il mazzo di fiori ha un senso molto particolare. La vendita è tornata in occasione delle ricorrenze: 8 marzo, San Valentino, ma anche Natale e Pasqua”.
Un aneddoto? “Una giornata invernale, piove e fa freddo. Saranno state le 17 si ferma una macchina, scende una signora che pur bagnandosi sgrida il marito dicendogli: ‘Visto che avevo ragione io? Lui era qua a vendere i fior’. Mi ha raccontato che per venire in Cristo Re da Trento sud aveva litigato col marito”.
Quali sono i fiori che si vendono di più? “I tulipani d’inverno, le rose in primavera ed i girasoli in estate”.
Una sua definizione di Cristo Re? “In questi anni è cambiato tanto anche perché sono morti tanti anziani ed è arrivata gente da fiori. Però è rimasto una sorta di piccolo paese nel quale si trova di tutto, vicino al centro. Una cosa che ho notato è che quando sono arrivato si conoscevano tutti, era un continuo salutarsi, adesso non più”.
Il suo carretto? “Una certezza. Mi lasciano i pacchi, oppure c’è chi mi lascia le chiavi che poi passa il figlio a prendere. Ho persino dovuto mettere delle sedie perché la gente si ferma a parlare e così può sedersi. Poi alla sera si smonta tutto, si pulisce e si va via: la vita dell’ambulante è tutto un fare e disfare”.