il segno

Trento, le Acli portano il pranzo pasquale agli anziani soli

La chiamata del patronato Acli ieri è giunta a sorpresa a casa di un’anziana. Un gesto per rendere meno dura la solitudine


di Claudio Libera


TRENTO. La notizia, nella sua semplicità, assume ni contorni della grandezza della capacità tutta trentina di essere solidale quando serve. Sempre e comunque.

Lo spunto della riflessione nasce da una telefonata arrivata nella mattinata di oggi, 31 marzo, in una delle centinaia di abitazioni che compongono il complesso dei “casoni”, per i più anziani anche “Vaticano”. Dall’altro capo del telefono una responsabile del patronato Acli, che dopo aver verificato la correttezza del nome, ha spiegato il motivo della telefonata stessa:

“Per Pasqua, le Acli hanno pensato di consegnare alle persone anziane e sole, iscritte al patronato, un pranzo pasquale. Non si tratta, badi bene – ha detto la solerte e delicatissima telefonista – di un gesto per sopperire ad una eventuale povertà ma un’azione pensata e voluta per rendere meno pesante la solitudine di chi magari, in un giorno di festa, ma con tutte le restrizioni imposte dalla pandemia, non può uscire di casa per fare la spesa o ricevere la visita di qualche parente pur se lontano”

.La telefonata, insomma, voleva verificare la accettazione di questo dono simbolico ma reale e concreto che verrà consegnato nelle case con il rispetto di tutte le regole: “Il pranzo pasquale verrà consegnato la sera di sabato – ha spiegato alla nonna dei casoni la responsabile del servizio – l’incaricato suonerà alla porta del caseggiato, lei indicherà il piano, lui salirà ma non deve aprire la porta, appoggerà con delicatezza il pranzo nei contenitori termici e poi lei lo ritirerà quando se n’è andato!”.

Una maniera davvero significativa e bene accetta che se possibile dà ancora una volta di più il senso della solidarietà che i trentini, anche in periodi come questo, non hanno mai smesso di manifestare.













Scuola & Ricerca

In primo piano

la storia

«Fiuto e determinazione, così presi Marco Bergamo» 

Va in pensione Arervo, il poliziotto che il 6 agosto 1992 mise le manette al serial killer dopo una caccia durata tutta la notte. «Nell’83 vidi il corpo di Marcella Casagrande. Certe cose ti segnano per sempre»


Luca Fregona