Trento, la Finanza indaga sulle spese farmaceutiche
La Corte dei Conti passa al setaccio i conti dell'Azienda sanitaria
TRENTO. La lente della Guardia di Finanza è puntata sulle spese farmaceutiche dell’Azienda sanitaria provinciale. La notizia dell’indagine in corso è emersa dalla relazione del procuratore generale Salvatore Pilato, letta durante la cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti di Trento. Procuratore che successivamente non ha voluto aggiungere particolari sul lavoro degli inquirenti, proprio perché gli accertamenti sono ancora in corso, ma si tratterebbe di un mancato adeguamento dell’Azienda a standard normativi che avrebbero portato a consistenti risparmi.
Cattive notizie anche per quanto riguarda alcune consulenze su cui, secondo la Guardia di Finanza e la Corte dei Conti, esistono elementi sufficienti per prospettare responsabilità da parte degli amministratori e, quindi, un loro rinvio a giudizio. La memoria va alle consulenze in serie che l’’Azienda sanitaria che ha assegnato tra il 2004 e il 2005 a Rosa Germana Heinrich per «supporto alle richieste per l’implementazione delle richieste degli strumenti di project management». Consulenze costate oltre 200 mila euro, ma che secondo gli organi inquirenti non avrebbero dovuto essere affidate alla Heinrich, priva dei titoli necessari.
Ma ci sono anche buone notizie: archiviata l’inchiesta sul compenso dell’ex direttore generale Carlo Favaretti, che percepiva 215 mila euro all’anno, più un premio, che nel 2006 era stato di 32 mila euro. Uno stipendio che sforava il tetto di 155 mila euro fissato dalle norme nazionali. Un’anomalia che però anomalia non era: nel corso degli accertamenti seguiti alla chiusura delle indagini, infatti, è emerso che è potere della Giunta Provinciale di determinare i compensi annuali oltre i limiti indicati dallo Stato.
Non sono mancate poi le indagini sul fronte delle frodi e le irregolarità nella gestione dei fondi comunitari. Il riferimento è a Coclea e Oxalis, società roveretane che operano nel settore della formazione. Secondo la finanza Coclea chiese finanziamenti del Fondo sociale europeo per realizzare 27 corsi, tra il 2002 e il 2003. Ottenuto il finanziamento, al momento di organizzare le lezioni, Coclea avrebbe affidato l’incarico di tenerli ad Oxalys, la quale a sua volta fatturava a Coclea. Nel doppio passaggio, i costi, sempre secondo l’accusa, salivano ad arte, permettendo alle due società di incassare un milione e 255 mila euro più dell’effettivo costo dei corsi, su un totale di 3 milioni e 200 mila euro di finanziamenti ottenuti dal Fondo sociale europeo. Le due società sono state condannate a risarcire alla Provincia quasi 900 mila euro.
«Il bilancio del 2009 è ottimo - spiega il presidente della sezione di Trento Francesco Amabile - così come il lavoro portato a termine nonostante l’organico sottodimensionato. Come sono gli amministratori pubblici trentini? Questa è un’isola felice e l’amministrazione è saggia e molto attenta all’interesse della comunità. Qualche lacuna c’è, ma è fisiologica».